Qui Torino – Le lettere, le risposte e i convegni
A pagina 16 del numero di dicembre di “Pagine Ebraiche”, nella rubrica “Lettere”, leggiamo una semplice domanda di Ugo Caffaz circa un recente e non ben identificato convegno torinese sul rapporto tra Rabbini e Comunità. Domanda innocente forse posta all’interlocutore sbagliato, visto che il Convegno suddetto (“Quali rabbini nel nostro domani?”, Torino 21 novembre 2010) non era organizzato dal periodico dell’UCEI. Fin qui niente di male.
Ma a chi viene dato l’onore della risposta, cioè l’incarico di dare notizie sull’iniziativa al lettore curioso? Al Presidente della Comunità di Torino, naturalmente. Cioè a colui che innanzitutto – e per sua esplicita ammissione – non è stato presente al Convegno di cui si sta parlando; a colui che, per di più, ha osteggiato in tutti i modi la realizzazione di questa tavola rotonda da quando ne è venuto a conoscenza. Dare la parola a un assente, in aggiunta contrario, ci pare davvero un’ottima idea, pienamente rispettosa della curiosità di quel lettore o di altri eventualmente interessati all’argomento! Leggiamo attoniti e ci sembra incredibile, ma non è finita qui.
Come risponde il Presidente a questa straordinaria opportunità offertagli su un piatto d’argento? Naturalmente non perde l’occasione che gli si presenta per tentare di screditare il convegno torinese, mettendo in luce quelli che secondo lui sono gravi difetti di organizzazione: non aver coinvolto tra i partecipanti – cioè Rav Di Segni, Rav Arbib, Amos Luzzatto, Dario Calimani, Maurizio Piperno Beer – Rav Birnbaum (certo autorevole Rabbino Capo di Torino, ma che, a differenza degli altri relatori, non ha una esperienza specifica di Statuto UCEI e delle modifiche proposte alla struttura del rabbinato italiano) e aver realizzato l’incontro fuori della Comunità (cosa naturale e rispettosa, visto che non era organizzato dalla Comunità).
Siamo allibiti. Ma il Presidente non si ferma qui. Convinto a sfruttare sino in fondo l’opportunità concessagli, eccolo prodursi in circa tre colonne tre di pubblicità gratuita di tutta l’attività e dei progetti della Comunità di Torino, vantando le magnifiche sorti e progressive della nuova era dell’ebraismo torinese e in prospettiva italiano, al centro ormai dell’Europa ebraica. Tutte cose, va da sé, sulle quali molto ci sarebbe da ridire ma che l’ignaro lettore si era ben guardato dal chiedere.
Non capiamo infine per quale ragione “Pagine Ebraiche”, che ben sapeva da chi era stato organizzato il convegno del 21 novembre, non abbia ritenuto di interpellare gli organizzatori rivolgendosi invece a chi era palesemente estraneo al convegno, non vi aveva partecipato e aveva anzi criticato le modalità di organizzazione dell’evento. E’ davvero questo il livello del giornalismo che “Pagine Ebraiche” è in grado di offrire? speriamo proprio di no….
Con preghiera di pubblicazione oggi, 7 dicembre 2010, su UCEI informa.
Daniele Segre, David Sorani, Lea Voghera Fubini, Mara Di Chio, Shemuel Lampronti del comitato organizzatore del convegno “Quali rabbini nel nostro domani?” svoltosi a Torino il 21 novembre 2010
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Come è facile constatare dall’osservazione dei suoi primi numeri, Pagine Ebraiche, così come anche il notiziario quotidiano l’Unione informa, intrattiene un dialogo fitto e intenso con i lettori che si rivolgono alla redazione, ma non ha allo stato attuale una vera e propria rubrica dedicata alle lettere ricevute, offrendo piuttosto molto spazio dedicato agli editoriali nel quale coloro che desiderano intervenire possono chiedere di esprimere, in tutta libertà e rispettando lo stile propositivo della testata, le proprie opinioni.
Anche l’editoriale cui si fa riferimento, di conseguenza, costituisce al pari degli altri un normale intervento, che per una scelta della redazione viene combinato con una lettera ricevuta di argomento attinente, ma avrebbe anche potuto non esserlo. Il fatto di essere correlato a una lettera ricevuta, non attribuisce del resto in alcun modo, come si mostra di credere, una maggiore o minore legittimità a un intervento che ne è già pienamente provvisto.
La lettera in questione non era evidentemente riferita a uno specifico convegno, ma alla complessa situazione torinese che ha dato luogo alla pubblicazione di decine di cronache e di commenti, anche su Pagine Ebraiche e su l’Unione informa. Sulle vicende torinesi si è fra l’altro espressa anche Anna Segre, con la pubblicazione di un editoriale eloquentemente intitolato “A colpi di rabbini”.
E’ bene pertanto tranquillizzare i firmatari di questa lettera, in modo che anch’essi siano ben consapevoli di quello che migliaia di lettori mostrano di avere già ben presente. Pubblicare un intervento, qualora si abbia qualcosa da dire, è facile e alla portata di tutti. Basta prendere contatto con la redazione e concordarne le modalità. Così come comunemente si usa quando si desidera intrattenere relazioni costruttive.
gv