Difendere Israele, difendere noi stessi

Oggi festeggiamo il 64esimo anniversario di una vicenda straordinaria. Una storia che affonda le sue radici nel coraggio di milioni di persone che, attraverso i secoli e le generazioni, soffrendo ogni forma di persecuzione e angheria, non persero mai la speranza di tornare un giorno a Gerusalemme.
Il sole che è da poco calato su questa piazza, cuore della più antica realtà della Diaspora, segna idealmente il passaggio di testimone tra il lutto e la festa. Tra Yom HaZikaron, ricorrenza dedicata alle vittime del terrorismo, a chi ha dato e continua ancora oggi a dare la vita per la sopravvivenza dello Stato di Israele, e Yom Haazmaut, la celebrazione delle aspirazioni divenute realtà di un popolo testardo e mai sopraffatto dal fluire talvolta drammatico della Storia.
Israele non è soltanto un ineludibile punto di riferimento per gli ebrei di tutto il mondo. È anche un faro di democrazia, l’unico paese del Medio Oriente in cui sono tutelate le libertà e la dignità dell’uomo. Uno Stato sempre più all’avanguardia, ai primi posti nelle classifiche internazionali sotto numerosi punti di vista: la cultura, la ricerca scientifica, il benessere individuale e collettivo. Malgrado questo un paese ancora fortemente minacciato, come d’altronde è sempre stato nel corso della sua giovane storia. I nemici e le insidie sono tante. Si trovano immediatamente oltre i propri confini o appena più distante. Rispondono al nome di tiranni e fanatici che affamano, sopprimono e indottrinano all’odio milioni di uomini e donne cui sono negati i diritti più elementari. È purtroppo una penosa realtà con cui Israele deve fare i conti ogni giorno ma che non le ha impedito di prosperare ed essere allo stesso tempo un esempio di democrazia, libertà e giustizia. Un risultato che noi ebrei della Diaspora, più forti proprio in virtù della sua stessa esistenza, siamo chiamati a difendere con determinazione e orgoglio.
Israele è nel cuore di noi tutti. Difenderla, amarla e rispettarla vuol dire difendere, amare, rispettare anche noi stessi.

Am Israel Hai

Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane