Israele – Nuove tensioni da nord

“La nostra politica è chiara. Non parlerò di cosa è stato rivendicato e cosa no. In ogni caso, faremo tutto ciò che è necessario per difendere la sicurezza dei nostri cittadini”. Non ha dato conferme il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sul presunto attacco da parte dell’areonautica militare israeliana ai danni di un convoglio di Hezbollah nella regione di Baalbek (sul confine tra Siria e Libano). Se sul punto Netanyahu, interrogato ieri da un giornalista durante la conferenza stampa bilaterale con il cancelliere Angela Merkel, è dunque rimasto vago nonostante il sottotesto sia chiaro: pugno duro contro i nemici di Israele. Oggi, invece, è arrivata la conferma del raid ai danni di Hezbollah, il gruppo terroristico che opera nel sud del Libano. L’obiettivo, un convoglio che stava portando dalla Siria al Libano dei missili da mettere a disposizione dell’organizzazione terroristica. Una mossa, quella israeliana, che vuole indebolire uno dei nemici storici di Israele e che, secondo fonti israeliane, starebbe preparando da tempo una reazione.
Di “conflitto invisibile” parla Amos Harel, analista militare di Haaretz, che sottolinea come il silenzio di Hezbollah sia sintomo di un tentativo di riorganizzarsi del gruppo, indebolito dal conflitto siriano. Noti infatti sono i rapporti tra Hezbollah e il presidente siriano Bashar Al Assad, da anni impegnato assieme all’Iran a finanziare il gruppo terroristico in funzione anti-israeliana. Di converso, gli stessi miliziani di Hezbollah si sono impegnati nel conflitto che sta lacerano la Siria al fianco del dittatore Assad. Secondo il Wall Street Journal, il passaggio di armamenti – come nel caso del convoglio colpito dai caccia israeliani – tra il confine siro libanese è in atto da tempo, anche per evitare che di queste armi entrino in possesso i ribelli. La situazione è dunque molto intricata e Israele continua con la politica degli attacchi mirati non volendo d’altra parte essere coinvolta nella polveriera siriana. Ora l’Idf attende una reazione da Hezbollah dopo il raid di lunedì. Reazione promessa dagli stessi miliziani dalle pagine del giornale Al-Manar, “la resistenza sceglierà momento e luogo giusto per vendicare l’offensiva israeliano”. Nell’operazione della scorsa notte sono morti anche quattro esponenti dell’organizzazione terroristica.

(26 febbraio 2014)