Israele – Usa, porte chiuse per J Street
Respinta la richiesta di J Street di entrare nella Conferenza dei presidenti delle organizzazioni ebraiche americane. L’ente cappello, rappresentativo dell’universo ebraico d’oltreoceano, ha infatti votato contro l’ingresso di J Street, gruppo di pressione ebraico che si autodefinisce filoisraeliano e pacifista, accusato però di avere posizioni contrarie a Israele (nell’immagine il presidente Jeremy Ben-Ami). Proprio il giudizio negativo sull’operato di questa organizzazione ha portato alla bocciatura della sua candidatura, con 22 voti contrari, 17 favorevoli. “L’attuale appartenenza alla Conferenza include organizzazioni che rappresentano e articolano le opinioni di ampi segmenti della comunità ebraica americana e siamo fiduciosi che la Conferenza continuerà a rappresentare l’intera comunità su importanti questioni nazionali e internazionali, come ha fatto da 50 anni a questa parte”. Questa la risposta dei rappresentanti della Conferenza a seguito delle critiche, nate dopo l’esclusione di J Street, di non dare rappresentanza a tutte le anime del mondo ebraico americano. Questo è un giorno triste, per noi ma anche per la comunità ebraica americana così come per una prestigiosa istituzione, che ha deciso di chiudere le porte a un organizzazione che rappresenta un sostanziale segmento dell’opinione ebraica su Israele”, il comunicato di J Street, in polemica con la Conferenza.
Nata come sei anni fa come un’alternativa all’Aipac (American Israel Public Affairs Committee), J Street ha attirato da subito le critiche di molte altre organizzazioni per le sue aspre posizioni riguardo le politiche del governo israeliano. Ad esempio l’aver appoggiato l’amministrazione Obama riguardo alle trattative sul nucleare con l’Iran o l’opposizione all’operazione militare israeliana a Gaza nel 2008.
Le parole di Farley Weiss, presidente del National Council of Young Israel, spiegano l’animo di chi si è fortemente opposto all’ingresso nell’organizzazione cappello: secondo Weiss, avere Jstreet all’interno della Conferenza ne depotenzierebbe il ruolo, intralciando la possibilità di presentarsi come una voce unica di fronte all’amministrazione americana.
C’è chi ha invece appoggiato l’ingresso di Jstreet, considerando le sue istanze rappresentativa di una parte della realtà americana. Tra questi, l’Anti- Defametion League, organizzazione impegnata nella lotta e monitoraggio del fenomeno dell’antisemitismo.
(2 maggio 2014)