#EyalGiladNaftali
Israele, nuove ore di tensione

rachel frankelUn quattordicenne israeliano è rimasto ucciso, e altre cinque persone ferite, tra cui il padre, lungo il confine siriano, colpiti da un razzo diretto verso la loro squadra che stava riparando la barriera. Un attacco intenzionale secondo le autorità israeliane, che rappresenta solo l’ultimo episodio di una serie drammatica di accadimenti simili nell’area provenienti dalla Siria.
Mentre si cerca di fare ulteriore luce sulle dinamiche e sulle eventuali contromisure dello Stato ebraico, prosegue senza sosta la ricerca di Eyal, Gilad e Naftali, i tre giovani studenti di yeshivah rapiti dieci giorni fa nell’area di Gush Etzion.
“Abbiamo prove inequivocabili della responsabilità di Hamas nel rapimento, le stiamo condividendo con diversi paesi, e presto le renderemo pubbliche” ha sottolineato il primo ministro Benjamin Netanyahu prima della riunione settimanale del governo.
A proposito dell’operazione di vasta scala condotta dall’esercito israeliano in Cisgiordania il premier ha ammesso che “implica un certo attrito con la popolazione civile” specificando però che “noi non abbiamo alcuna intenzione di nuocere a nessuno, ma le nostre forze stanno agendo secondo la necessaria auto-difesa e talvolta accade che ci siano vittime o feriti palestinesi come risultato” (secondo quanto riportato dalla stampa, sarebbero quattro le vittime palestinesi).
Nel frattempo, un appello per la liberazione dei ragazzi è arrivato da Rachel Frankel, la madre di Naftali, ed è stato diffuso dalla CNN. “Chiunque nel mondo sia in ascolto, faccia qualunque cosa possibile per riportare a casa i nostri figli, ogni persona per bene lo farebbe” ha dichiarato, sottolineando la difficoltà della vita dopo il rapimento: “Non dormiamo, né mangiamo molto, ma prenderci cura degli altri bambini ci aiuta a rimanere stabili”.

(22 giugno 2014)