Israele- UE, le linee della discordia

Schermata 2013-08-26 alle 12.51.18“Implementazione tecnica di una scelta politica fatta in precedenza”. Così il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha definito un avviso che potrebbe essere pubblicato già nelle prossime ore che mette in guardia gli imprenditori italiani dal fare affari con società israeliane legate ai territori della Cisgiordania, di Gerusalemme Est e delle alture del Golan. Negli scorsi giorni un documento simile è stato divulgato dai governi francese e spagnolo (mentre Regno Unito e Germania avevano già provveduto alcuni mesi prima), in una mossa che rappresenta un passo avanti rispetto alle linee guida sull’argomento emanate dall’Unione europea nell’estate 2013.
“Qui siamo di fronte a misure molto concrete, non a dichiarazioni platoniche. Può succedere di tutto, soprattutto perché dipenderà da che ordini su come agire verranno impartiti ai funzionari di livello più basso” aveva commentato all’epoca Sergio Minerbi, che fu ambasciatore di Israele proprio a Bruxelles presso la Comunità europea. A un anno di distanza, quegli ulteriori sviluppi sembrano prendere corpo, dopo un periodo di sospensione per non interferire con i negoziati di pace promossi dal segretario di Stato americano John Kerry e oggi in stallo.
“Israele deve preoccuparsi? Sì e no – aveva sottolineato invece Vittorio Dan Segre, giornalista e docente universitario di relazioni internazionali – No perché in fondo il documento non ha ad oggetto i rapporti con Israele in sé, ma solo con gli insediamenti. Sì perché nel concreto è spesso molto difficile distinguere, e per di più il danno d’immagine per tutto lo Stato è notevole e nella politica moderna l’immagine è fondamentale”.
A rincarare la dose, Lars Faaborg-Andersen, ambasciatore in Israele per l’Unione Europea. “Questi documenti non sono una sorpresa. Gli Stati stanno perdendo la pazienza di fronte alle continue costruzioni negli insediamenti e se la tendenza continua, altri paesi si assoceranno agli avvisi contro i business che operano oltre la Linea Verde”.
Ancora nessuna presa di posizione ufficiale da parte del governo d’Israele, ma dalle dichiarazioni di funzionari interpellati dalla stampa israeliana e internazionale in forma anonima, traspare delusione e preoccupazione di fronte agli ultimi sviluppi, soprattutto in un momento così complicato sul piano degli equilibri mediorientali, con la crisi irachena, la guerra siriana e i rapporti con l’Iran. E ancora di più, mentre l’intero paese continua a vivere l’incubo della sorte di Eyal, Gilad e Naftali, i giovanissimi studenti di yeshivah rapiti dai terroristi di Hamas lo scorso 12 giugno nell’area di Gush Etzion.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

(27 giugno 2014)