#EyalGiladNaftali – L’ultimo saluto di Israele

mideast-israel-palestinians-250-630x420L’uno a fianco all’altro. Eyal Yifrah, 19 anni, Gilad Shaar, 16 anni, e Naftali Fraenkel, 16 anni, sono stati sepolti insieme ieri al cimitero di Modi’in. Insieme sono rimasti vittima della brutalità umana, rapiti e assassinati dall’odio, dal terrorismo. L’uno a fianco all’altro i loro padri hanno recitato il Kaddish, la preghiera per il lutto; l’uno a fianco all’altro migliaia di uomini, donne e bambini si sono riuniti a Modi’in per abbracciare ed esprimere il proprio cordoglio alle famiglie dei tre giovani. “Gilad, Naftali, Eyal. Splendidi ragazzi, figli di un’intera nazione. Riposate in pace. Chineremo le nostre teste ma il nostro spirito non si spezzerà”, ha dichiarato il presidente di Israele Shimon Peres nel corso dei funerali. L’unità di un popolo di fronte al dolore, la risposta a chi, come i due terroristi di Hamas responsabili del rapimento e dell’uccisione dei tre ragazzi, vuole colpire e distruggere Israele. “L’intera nazione ha pregato per il ritorno dei vostri ragazzi e l’intera nazione ha visto la vostra nobiltà di spirito, la vostra forza d’animo”, il pensiero rivolto dal primo ministro israeliano Benjamin Netayahu alle famiglie delle vittime. Nel dolore e nella tragedia, un grande esempio è arrivato dalle madri dei tre giovani. “Avete dato al mondo intero una grande lezione di cosa significhino le lacrime di una madre, di cosa significhi l’amore materno”, ha sottolineato Netanyahu. Prima dei funerali pubblici, nella cerimonia familiare, visibilmente emozionata Rachel Fraenkel, madre di Naftali, gli ha dato l’ultimo saluto dicendo “riposa in pace, figlio mio. Sentiremo sempre la tua voce nei nostri cuori”. “Avevate promesso che li avreste trovati e riportati a casa. E lo avete fatto”, lo struggente ringraziamento della donna ai soldati e a tutti coloro che hanno collaborato alle ricerche dei tre ragazzi, ritrovati lunedì sera a pochi chilometri dal luogo in cui erano stati rapiti. Proprio la famiglia Fraenkel in queste ore è intervenuta su un altro tragico fatto che sta destabilizzando la situazione in Israele, l’omicidio di un giovane arabo. “Se un giovane arabo è stato ucciso per motivi nazionalistici è un atto orrendo e orribile” ha dichiarato la famiglia, riprendendo le notizie che indicherebbero come possibili responsabili persone legate all’estrema destra israeliana. “Non c’è differenza tra sangue e sangue. Per un omicidio – ha detto Yishay Fraenkel, zio di Naftali – non ci può essere scusa o giustificazione”.
Scuse o giustificazioni non esistono per quanto accaduto a Eyal, Gilad e Naftali. “Siete stati rapiti all’inizio della vostra vita”, ha ricordato commosso durante la cerimonia di Modiin rav Dov Zinger, direttore della Yeshiva Makor Haim di Kfar Etzion dove studiavano Naftali e Gilad. Rav Zinger si è poi rivolto alle famiglie: “ci avete aperto i vostri cuori e le vostre porte in questi giorni”, un gesto che secondo il rav, ha portato a unire Israele, in tutte le sue anime.

d.r.

(2 luglio 2014)