Israele – “Gli assassini saranno puniti”

peres“Andremo in fondo a questa tragedia e i responsabili saranno puniti dalla giustizia”. È la promessa del presidente della Repubblica israeliana Shimon Peres, intervenuto in occasione degli arresti dei presunti responsabili dell’uccisione di Mohammed Abu Khadir, il giovane palestinese brutalmente ucciso negli scorsi giorni (l’autopsia ha rivelato che con tutta probabilità è stato bruciato vivo).
A prendere forma con sempre maggiore evidenza, come anticipato dal quotidiano Yedioth Ahronot e come ormai sostenuto da tutti i principali media nazionali, è la pista dell’assassinio come atto di vendetta all’omicidio di Eyal, Gilad e Naftali, i tre studenti di yeshivah rapiti e uccisi nel Gush Etzion. “Non lasceremo nulla di intentato per arrivare alla verità su questo orrendo delitto. Israele è uno Stato di diritto e la legge deve essere rispettata da tutti. Non ci saranno coperture o omissioni, l’indagine della polizia accetterà la verità e i killer saranno puniti”, le parole del Capo dello Stato durante un incontro con la stampa estera svoltosi in mattinata a Sderot, la località maggiormente bersagliata (da anni e in particolar modo nelle ultime ore) dal lancio di missili dalla vicina Striscia di Gaza.
“È tempo di fermare l’incitamento, di essere rispettosi e di rispettare la legge. È nelle nostre mani. Coloro che si impegnano nell’incitamento all’odio – aveva già pubblicamente annunciato – non sono sempre consapevoli delle conseguenze che questo comportamento porta con sé, più dolore, più pericoli. È tempo per tutti noi di mostrare moderazione, mostrare comprensione, e consentirci di essere umani, tutti noi, fedeli alla nostra morale, e alla nostra speranza di vivere insieme in pace”.
La matrice degli arresti (al momento ne sono stati annunciati sei) ha profondamente turbato l’opinione pubblica israeliana, già scossa dal video che riprende il pestaggio di un cugino di Mohammed, Tariq Abu Khdeir, fermato e picchiato da alcuni soldati alla vigilia dei funerali. Ad intervenire anche la diplomazia americana che, in virtù del passaporto statunitense detenuto da Tariq, ha richiesto pronti ed efficaci accertamenti.
La tensione continua intanto a serpeggiare sia sul fronte interno, con violenti scontri concentrati in particolare nell’area di Gerusalemme Est, sia con le continue minacce da Gaza. L’ultimo attacco, diretto verso la città di Beersheba (circa 200mila abitanti), è stato sventato grazie al sistema anti-missilistico di Iron Dome. Le forze di sicurezza israeliane hanno intanto catturato un palestinese sospettato di complicità nell’assassinio di Eyal, Gilad e Naftali.

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(6 luglio 2014)