Israele – Telefonate, volantini, sms in arabo. L’impegno per i civili di Gaza
Trasmissioni radio in lingua araba su tutte le possibili frequenze, telefonate, sms, volantini. Un obiettivo: salvaguardare la popolazione civile di Gaza per evitare il suo coinvolgimento nell’Operazione Protective Edge (margine difensivo, nome ebraico Tzuf Eitan, roccaforte) che l’Esercito di Difesa israeliano sta portando avanti in queste ore per porre fine al lancio di razzi che dalla Striscia arrivano a centinaia contro il territorio dello Stato ebraico.
Uno sforzo tanto più complesso in ragione del fatto che l’organizzazione terrorista di Hamas che governa Gaza ha tra le sue strategie proprio quella di mischiarsi completamente alla vita civile, costruendo basi di lancio e depositi di armi in zone densamente abitate quando non direttamente in edifici residenziali, ospedali e simili, utilizzando abitanti e malati come scudi umani. Come già in operazioni passate, Israele dunque cerca di raggiungere direttamente i civili per avvisarli di lasciare gli edifici che entro poco saranno colpiti, per metterli in guardia dalla vicinanza con militanti di Hamas, ma anche per informarli di ciò che sta accadendo.
A raccontare le misure prese nelle ultime ore è stato anche il New York Times, partendo dell’episodio di Khan Younis, che secondo fonti palestinesi ha causato la morte di sette persone. Una telefonata è arrivata a un membro della famiglia residente per avvertire che il palazzo sarebbe stato colpito e che tutti gli abitanti dovevano abbandonarlo. Un ulteriore avviso è stato inviato attraverso una segnale luminoso sparato da un drone israeliano. A rendere la complessità della situazione è la stessa testimonianza resa al quotidiano americano da uno degli inquilini: a fronte della notizia, alcuni hanno effettivamente lasciato il complesso, altri sono rimasti dentro, e un certo numero di vicini di casa ha addirittura scelto di recarvisi proprio per fare da scudo umano. Avvertire non è bastato.
Il lavoro per raggiungere la popolazione non riguarda soltanto i momento più drammatici, ma anche una generale opera di sensibilizzazione preventiva. Come quella portata avanti attraverso il lancio di volantini nella giornata di ieri che invitavano in arabo a non permettere ai membri di Hamas di utilizzare la propria abitazione come base per nascondere l’ingresso di tunnel o il traffico di armi.
Preavvertire gli abitanti di Gaza di fronte all’incursione imminente non rappresenta sicuramente una soluzione alle sofferenze né una garanzia contro il rischio che persone innocenti vengano coinvolte. Ma salva delle vite e indica l’attenzione che Israele mantiene costante mentre agisce per difendere la sua popolazione civile, che continua a essere oggetto deliberato degli attacchi di Hamas.
Un valore che anche nei momenti più difficili non viene dimenticato.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(9 luglio 2014)