Israele – Impegno per i civili che soffrono

rambam“Da un lato si trovano in Israele e vedono le conseguenze delle azioni di Hamas, come le persone soffrono da questa parte della frontiera. Dall’altro, le loro famiglie a Gaza sono sotto attacco dell’Idf e hanno paura per le vite dei loro cari”. A trovarsi in questa situazione un gruppo di pazienti dell’ospedale Rambam di Haifa. Pazienti arrivati da Gaza nello Stato ebraico per essere curati e accolti da Yazid Falah, il coordinatore dell’ospedale per i pazienti palestinesi. Sono in queste ore una ventina i palestinesi ricoverati nella struttura, di cui otto bambini, e altri sono in arrivo, come riportato dal Times of Israel. Nelle ore più difficili, mentre i missili sparati dalla Striscia continuano a raggiungere le città israeliane e prosegue l’operazione difensiva dell’esercito per colpire obiettivi legati ad Hamas, che nonostante gli sforzi di Israele per evitarlo coinvolge anche la popolazione civile, un segnale di vicinanza e dialogo. “Alcuni di loro mi hanno detto che si vergognano per ciò che sta facendo Gaza, altri che sono preoccupati di essere guardati male qui in ospedale, qualcuno ammette di aver paura a tornare nella Striscia e altri ancora che non sanno cosa pensare – ha raccontato Falah – Alla fine tutti vorrebbero solo vivere in pace”. E all’ospedale Rambam, almeno il timore di essere trattati con freddezza, ha dimostrato però subito di non avere ragione d’essere, anzi, sia i medici che gli stessi pazienti israeliani si sono sforzati di accogliere gli ammalati e le loro famiglie con la massima sollecitudine.
Mentre i segnali sembrano indicare un’offensiva via terra a Gaza come imminente, Tzahal mantiene aperto il valico di Kerem Shalom per far arrivare cibo e medicinali e carburante, per prevenire il rischio di una crisi umanitaria.
parcoScopo di Protective Edge quello di fermare il lancio dei razzi che minacciano la vita della popolazione civile ormai in quasi tutto il paese, con le sirene risuonate più volte anche a Tel Aviv e Gerusalemme. E se c’è chi lavora per trovare una soluzione militare e politica alla crisi, massimo è l’impegno delle autorità anche per minimizzare le sofferenze. Così oltre a mettere a disposizione dei cittadini tutte le indicazioni su come comportarsi in caso di allarme, l’Home Front Command sta sviluppando (sia pure con qualche ritardo) un sistema di messaggistica che avverta la popolazione anche tramite sms o un servizio simile, anche per evitare il rischio che qualcuno non senta le sirene. Un rischio che corrono costantemente gli israeliani non udenti. Così Haaretz racconta come alcuni ragazzi sordi, dopo aver provato l’esperienza di vedere attorno a loro le persone comportarsi in modo strano senza capirne il motivo, si sono messi al lavoro per risolvere il problema, creando appositi gruppi su WhatsApp (sistema di messaggistica istantanea online), città per città, con volontari udenti per mandare a tutti il segnale di cercare un rifugio.
A costituire uno degli oggetti di maggiore preoccupazione sono, naturalmente, i bambini, i più esposti ai traumi, ma anche al rischio di dover trascorrere l’estate chiusi in casa a portata di rifugi. Così per loro si pensa a servizi di assistenza psicologica, ma anche ad attività da svolgere in compagnia e in posti sicuri. Come il grande parco gioco coperto costruito a Sderot (nell’immagine). Una vecchia fabbrica riadattata e protetta con una parete per arrampicarsi, scivoli, un campo da basket. Un luogo in cui i bambini possono pensare soltanto a essere quello che sono, e a divertirsi.

Rossella Tercatin
twitter @rtercatinmoked

(11 luglio 2014)