Israele – Dan Segre: “La società resta unita”

vittoriodansegreDivide in sei punti la sua analisi Vittorio Dan Segre, diplomatico israeliano ed esperto di relazioni internazionali, nel descrivere l’attuale conflitto tra Israele e Hamas. Ad ascoltare le sue riflessioni, il Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche. Il primo punto è la differenza tra la “Terza Intifada e le precedenti: non c’è il sollevamento popolare da parte palestinese – afferma Segre – e per il momento, non ci sono stati attacchi suicidi”. C’è invece “un uso intensivo di missili, da parte di entrambe le parti: lo scopo palestinese è di fiaccare la resistenza civile israeliana e di farsi accettare come interlocutore privilegiato, lo scopo israeliano è di fiaccare la resistenza palestinese. In entrambi i casi non c’è per il momento successo, grazie alla combinazione di capacità difensiva israeliana e Provvidenza e alla massa di missili in possesso di Hamas”. “Terzo punto: la battaglia si svolge in cielo ma la guerra si vincerà sul piano politico mediatico. Israele ha capito che le azioni terrestri sono inutili e politicamente perdenti”. Il conflitto è tra “uno stato e un popolo divenuto simbolo del vittimismo”. Quattro, “il punto di possibile rottura è l’identificazione e distruzione dei depositi sotterranei dei missili. I palestinesi sono convinti di poter attirare in una trappola gli israeliani, gli israeliani di poter distruggere i depositi con truppe speciali, facendo evacuare civili dalle zone di Gaza dove ci sono i tunnel e usando poi gli esplosivi”. Quinto punto, “non si sa se ci sia divario di opinioni nella leadership palestinese”. Sesto, “nella guida politica israeliana c’è una sostanziale differenza rispetto a prima: c’è unità governativa sostenuta dall’unità della popolazione, una razionalità militare che comprende il valore politico della prudenza e del conflitto sul piano mediatico”.

(disegno di Giorgio Albertini)
(14 luglio 2014)