Israele – Netanyahu: “Pace nostro diritto”

Mogherini - Yad Vashem“Hamas oggi ha lanciato 61 razzi. 37 sono caduti in Israele; 23 sono stati intercettati”. Questo il bollettino alle ore 16.00 locali, diramato dal portavoce dell’esercito israeliano. Sono ormai oltre 1300 i missili sparati dal gruppo terroristico che controlla Gaza contro le città e i civili israeliani, poche ore fa ne sono caduti sette nel Sud di Israele. Area che è stata visitata ieri dal ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini, impegnata in una visita ufficiale in Medio Oriente. Il ministro questa mattina si è recata allo Yad Vashem di Gerusalemme. “Il ministro ha dimostrato molta sensibilità riguardo all’argomento. Credo che questa visita le rimarrà profondamente impressa”, ha dichiarato il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, presente questa mattina allo Yad Vashem e in Israele per partecipare ai lavori del Congresso mondiale ebraico. I lavori del Congresso sono iniziati proprio in queste ore con un incontro tra i delegati e alcuni rappresentanti dell’esercito israeliano, e a seguire con il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman. Questa sera inoltre è prevista la visita al Tempio italiano di Gerusalemme del ministro Mogherini, in questo ore impegnata in un vertice con il primo ministro Benjamin Netanyahu. “Israele continuerà ad agire finché la pace e la quiete sarà raggiunta nel paese. Questo è un nostro diritto”, ha dichiarato Netanyahu, prevedendo la continuazione dell’operazione Protective Edge, volta a distruggere i depositi di armi di Hamas a Gaza. Proprio al confine, ieri, un colpo di mortaio sparato dalla Striscia ha raggiunto e ucciso Dror Chanin, volontario di 37 anni che si occupava di distribuire alimenti alle divisioni dell’esercito israeliano.
La zona a Sud di Israele è quella maggiormente esposta alla violenza del conflitto, iniziato da Hamas con un violento attacco missilistico a cui Israele ha risposto con l’operazione Protective Edge. Se però da una parte l’obiettivo di Hamas sono i civili israeliani, le azioni dell’Idf sono mirate a ridurre al limite i danni collaterali. A dimostrarlo, gli avvisi, attraverso sms, telefonate e volantini usati dall’esercito israeliano per avvisare i civili prima dei raid dell’aviazione israeliana. Il problema è che Hamas, a questi avvisi, ascoltati dalla popolazione palestinese come nel recente caso del nord della Striscia di Gaza dove quattromila persone hanno evacuato le proprie abitazioni, ordina alle persone di rimanere nelle case. Non solo, le posizioni di lancio dei missili del gruppo terroristico sono volontariamente e cinicamente posizionate tra le case delle famiglie palestinesi, davanti agli ospedali, alle scuole. Hamas, dunque, invece che proteggere i suoi civili, li mette ancor più in pericolo. Non ci sono rifugi come in Israele, non esiste un progetto Iron Dome, il sistema di difesa antimissile che in questi giorni ha distrutto decine di razzi provenienti da Gaza e diretti sulle città israeliane. Una di queste, Ashdod, nel sud di Israele, è stata visitata ieri dal ministro Mogherini. “La visita di ieri ad Ashdod mi ha mostrato la dura pressione fisica e psicologica a cui è sottoposta la popolazione – ha dichiarato il ministro italiano nel corso dell’incontro odierno con Shimon Peres, presidente uscente di Israele – come madre capisco bene la pressione e tensione qui e allo stesso tempo il numero di vittime a Gaza è estremamente preoccupante”. “La situazione è chiara – ha dichiarato durante il vertice con la Mogherini, il presidente Peres – perché l’Egitto ha proposto il cessate il fuoco. Israele ha accettato. La Lega Araba ha accettato. L’unico che rifiuta e continua a sparare è Hamas”.

Daniel Reichel

(16 luglio 2014)