#IsraeleDifendeLaPace – L’Italia e il ruolo di mediazione

mogherini - ronald lauderPochi minuti dopo la fine del cessate il fuoco, da Gaza è ricominciato il lancio di missili contro Israele. Per qualche ora, infatti, i cieli sopra le città israeliane, così come sopra la Striscia, sono rimasti calmi; una tregua momentanea dovuta a esigenze umanitarie, proposta dalle Nazioni Unite e accettata dalle parti. Cessate il fuoco, iniziato alle 10 di questa mattina e durato cinque ore; ad interromperlo, il suono delle sirene che ha nuovamente costretto a correre nei rifugi gli abitanti di Ashkelon, città del sud di Israele. Proprio nel sud del paese si è recata questa mattina la delegazione del Congresso ebraico mondiale, presente in Israele per esprimere la propria solidarietà alla popolazione. “Ci ha fatto molta impressione la calma apparente che abbiamo trovato”, racconta Roberto Jarach, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nonché membro della delegazione del Congresso. Lo stesso Jarach ieri ha partecipato all’incontro al Tempio italiano tra la comunità degli italkim e il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini (nell’immagine con il presidente del Congresso ebraico mondiale Ronald Lauder). “Un incontro positivo in cui il ministro ha espresso la necessità che Italia e Europa giochino un ruolo significativo nel percorso che porta a una risoluzione pacifica del conflitto”, ha affermato Jarach con il ministro molto attento alle sensibilità israeliane. Un’impressione condivisa dal presidente degli italkim Angelo Piattelli, come ha riferito alla redazione un illustre rappresentante di questa realtà, il demografo Sergio Della Pergola, ospite a Trieste in occasione del seminario giornalistico Redazione Aperta.
Poprio Della Pergola aveva rilanciato un’idea da proporre al ministro Mogherini: Israele potrebbe offrirsi di curare i feriti civili del conflitto con Gaza nei propri ospedali, e l’Italia potrebbe fare da mediatore perché questo avvenga. Non che Israele sia nuova a curare la controparte palestinese. Un esempio su tutti, le mogli di Abu Mazen, a capo dell’Autorità nazionale palestinese, e di Ismail Haniyeh, ai vertici del movimento terroristico di Hamas. La stessa organizzazione che con tutta probabilità ha nascosto 20 missili in una scuola dell’Onu nella Striscia di Gaza. “Una flagrante violazione del nostro status”, hanno dichiarato dalle Nazioni Unite.
“Abbiamo visitato una scuola della zona di Shaar Negev – racconta il vicepresidente UCEI Roberto Jarach – che raccoglie oltre mille ragazzi dell’area. Una struttura totalmente rinforzata contro i missili, che piovono dalla Striscia, distante solo un paio di chilometri”. Particolarmente coraggiose, riporta il vicepresidente, le parole del direttore della scuola, che nonostante la situazione di tensione, ha pronunciato un discorso aperto alla pace e al confronto con la controparte palestinese. “Noi dobbiamo educare alla convivenza non all’odio”, le parole del direttore.

Daniel Reichel

(17 luglio 2014)