#IsraeleDifendeLaPace Hamas, razzi sulla tregua
Dopo l’intensificazione del lancio di ordigni dalla Striscia di Gaza avvenuto in regime di tregua umanitaria israeliana, Tzahal ha ripreso le operazioni militari. “Un’azione inevitabile”, ha spiegato il primo ministro Benjamin Netanyahu. Pieno supporto alle iniziative adottate dal governo è arrivato dal neo presidente della Repubblica Reuven Rivlin, subentrato nella giornata di giovedì a Shimon Peres. “Ho fiducia al cento per cento nell’operato del gabinetto d’emergenza sulla sicurezza”, ha spiegato nel corso della visita ai familiari di uno dei soldati uccisi durante le operazioni via terra a Gaza.
Nelle scorse ore le sirene d’allarme sono suonate in numerose località tra cui Ashdod, Ashkelon, Petah Tikwa e Gan Yavne oltre ai siti in prossimità del confine con la Striscia di Gaza. E ancora suonano nel pomeriggio, dopo la richiesta di cessate il fuoco formulata da Hamas (ma seguita dal lancio di nuovi razzi oltreconfine). Il sistema di difesa Iron Dome, confermando la propria efficacia, ha intercettato tutti i missili diretti verso i centri abitati. Alcuni colpi sono invece esplosi in aree desertiche o non popolate. Allo stesso tempo cresce il timore per la possibilità di attacchi terroristici anche sul fronte cisgiordano: una conferma dall’episodio avvenuto nelle scorse ore all’ingresso della città di Beitar Illit. Un uomo, alla guida di una vettura (dall’andatura “particolarmente lenta”, come rilevano fonti ufficiali) è stato infatti fermato dalla polizia. L’ispezione ha portato al rinvenimento di un ingente quantitativo di materiale esplosivo e l’uomo è stato così posto in stato di arresto. Il traffico attorno a Beitar Illit è stato immediatamente bloccato.
Sale intanto il numero dei militari israeliani uccisi dall’inizio delle operazioni. In tarda mattinata la cifra diffusa attraverso canali governativi è stata di 43 unità tra ufficiali e soldati. “A Gaza l’esercito sta combattendo contro l’Iran” spiega il ministro Naftali Bennett sottolineando i pericoli insiti in una strategia del terrore islamista ad ampio raggio.
Altro fronte aperto quello tra Hamas e l’Egitto. I soldati del Cairo hanno infatti distrutto 13 tunnel tra Gaza e il Sinai, come riportato dal quotidiano Haaretz, che in mattinata ha anche svelato il contenuto della proposta di tregua redatta a Parigi e unanimemente bocciata dal governo lo scorso venerdì: il corrispondente di affari diplomatici Barak Ravid sottolinea come il documento avesse accolto praticamente in toto le richieste di Hamas ignorando le esigenze israeliane e il ruolo dell’Egitto.
(27 luglio 2014)