#IsraeleDifendeLaPace Tsahal inizia il ritiro, Hamas attacca
Hanno preso avvio, come annunciato ieri dal premier Benjamin Netanyahu, le operazioni di ritiro parziale dalla Striscia di Gaza. Mentre sembra avvicinarsi lo smantellamento definitivo dei tunnel costruiti da Hamas, il gruppo islamista prosegue nel lancio di ordigni verso Israele. Dall’8 luglio ad oggi il computo totale di attacchi parla di 3127 sparati dalla Striscia oltreconfine (la cifra arriva dalle Israeli Defense Forces). Nel mirino i kibbutz e le località meridionali ma l’allerta è forte anche in centri più distanti come Gerusalemme, Tel Aviv e Haifa sui quali è stata più volte impedita una strage grazie all’intervento delle batterie del sistema anti-missilistico Iron Dome, che sarà presto ulteriormente potenziato dopo il via libera all’unanimità a uno stanziamento speciale arrivato dal Senato degli Stati Uniti nella giornata di venerdì.
Sale intanto il rischio di infiltrazioni terroristiche in Israele. Sarebbe stato infatti sventato un attacco nel kibbutz di Zikim, situato nei pressi del confine con la Striscia e già preso di mira da Hamas nel mese di luglio. Un’operazione di pattugliamento si è inoltre svolta a Nof Ashkelon. Tsahal ha dato l’ordine a tutti i residenti di chiudere porte e finestre. È possibile una evacuazione dell’area per motivi di sicurezza.
Nel pomeriggio solenni esequie per Hadar Goldin, il soldato israeliano che in un primo momento si è pensato potesse essere stato rapito da Hamas e che è invece morto in occasione di un attacco kamikaze a Rafah in cui hanno perso la vita anche due suoi commilitoni. La cerimonia si svolgerà nel cimitero militare di Kfar Saba. Quest’oggi, a seguito di un post su Facebook, è divenuta pubblica la sua parentela con il ministro della Difesa Moshe Yaalon. “Hadar, che conoscevo da quando era nato – si legge nel post – è morto per portare tranquillità e sicurezza alla popolazione israeliana. Sono vicino a tutte le famiglie dei caduti”. Sempre su Facebook il ministro Naftali Bennett scrive: “Purtroppo non è ancora finita. Dobbiamo essere uniti ed esprimere vicinanza ai nostri soldati, che mettono a rischio la loro vita per la salvezza di tutti noi”.
(3 agosto 2014)