#IsraeleDifendeLaPace Hamas attacca durante la tregua

Nelle ore di tregua umanitaria concesse da Israele la risposta di Hamas continua ad essere la stessa: parole di odio, lanci di missili, azioni contro l’integrità fisica delle persone da parte dei suoi simpatizzanti. Come a Gerusalemme, dove torna l’incubo attentati: un trattore lanciato in un’azione suicida ha infatti ucciso un pedone e causato il ferimento di alcuni passanti. L’attentatore, un giovane palestinese, è stato neutralizzato dalle forze di sicurezza. Poche ore dopo, sul monte Scopus, un soldato è stato ferito all’addome da un uomo in scooter. Le sue condizioni risultano gravi ed è adesso ricoverato all’ospedale Hadassah.
Ancora missili dalla Striscia: le prime sirene d’allarme sono risuonate ad Ashkelon, seguita pochi minuti dopo da altre località della regione meridionale dove si sono vissute le stesse paure (il sistema anti-missilistico Iron Dome ha evitato perdite tra la popolazione). Nonostante il progressivo ritiro dalla Striscia annunciato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, a Gaza si continua a combattere. A farne le spese sono, purtroppo, anche decine di civili. Quei civili che Hamas, palesando le proprie intenzioni, continua ad usare come scudi umani e nella difesa degli armamenti e degli ordigni esplosivi. Dall’inizio dell’operazione Margine Protettivo, avviato lo scorso 8 luglio, si calcola che siano oltre 3mila i missili lanciati da Gaza verso Israele. Spesso da ospedali, scuole, case private. Un crimine che non sembra del tutto compreso dall’opinione pubblica internazionale. E mentre Hamas continua a lanciare razzi contro il territorio israeliano, Tsahal non cessa le operazioni di trasferimento di cibo, materiale medico e altre merci a beneficio della gente di Gaza. Soltanto ieri sono stati infatti trasferiti 386 carichi attraverso il valico di Kerem Shalom.
Sembra intanto depotenziata l’insidia dei tunnel sotterranei che Hamas ha già cercato di usare per rapire civili e seminare il terrore nei kibbutz limitrofi alla Striscia. “Abbiamo finito con le operazioni legate ai tunnel”, ha affermato questa mattina il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman sottolineando con note positive i risultati ottenuti dall’inizio delle azioni terrestri ma ribadendo che “l’operazione militare non è ancora finita”.
Secondo fonti militari del Cairo, i soldati egiziani avrebbero intanto distrutto altri tre tunnel che collegavano la Striscia al deserto del Sinai. Nell’operazione sono state distrutte anche delle motociclette, usare dal gruppi islamisti per attaccare le forze armate. Stando a quanto riferisce la radio israeliana, 11 miliziani sono stati uccisi ieri nel nord del Sinai nel corso di uno scontro a fuoco con pattuglie dell’esercito egiziano che perlustravano la zona.

(4 agosto 2014)