#IsraeleDifendeLaPace – Uccisioni indiscriminate? I numeri dicono di no
Nonostante sulla maggior parte dei media si sia parlato nelle scorse settimane di “uccisioni indiscriminate”, riferendosi alle vittime del conflitto che sta ancora opponendo Israele a Hamas, si stanno levando in questi giorni diverse voci prestigiose che affermano il contrario. Sia il New York Times che la BBC hanno messo in discussione il concetto, citando i dati sui civili morti a Gaza così come sono stati comunicati dagli ufficiali sanitari. Fra le vittime civili il rapporto fra uomini e donne è di 3,5 a 1 ma se a queste cifre vengono aggiunti coloro che sono stati definiti “membri di gruppi armati” la disparità è ancora superiore. Anthony Ruben, responsabile delle statistiche per la BBC, citando numeri forniti dalla commissione per i Diritti Civili delleNazioni Unite ha dichiarato che “se gli attacchi israeliani sono stati ‘indiscriminati’ – come sostiene il Consiglio delle Nazioni unite – allora è difficile comprendere perché fra i morti sia così alto il numero di uomini rispetto alle donne”.
Un’altra analisi, del New York Times, mostra che la popolazione maschile compresa fra i 20 e i 29 anni, corrispondente a coloro che con più probabilità militano per Hamas, è il 9 per cento della popolazione della Striscia, e il 34 per cento dei morti. In maniera simmetrica donne e bambini sotto i 15 anni, che compongono il 71 per cento dei residenti di Gaza, sarebbero il 33 per cento delle vittime. E secondo Reuben “alcune delle conclusioni a cui si è arrivati ragionando sul numero dei morti sono per lo meno premature”. (Nella fotografia, di Hatem Moussa per AP, un gruppo di militanti della Jihad islamica partecipa al funerale di uno di loro, il cui corpo è stato trovato sotto le macerie a Gaza City)
Prendere deliberatamente di mira i civili è un crimine di guerra, ma Israele ha sempre sottolineato come il suo esercito stesse facendo tutti gli sforzi possibili per non coinvolgere i civili nel conflitto. Le accuse di alcune organizzazioni internazionali, come lo Human Rights Watch e lo Human Rights Council delle Nazioni Unite, non paiono però corrispondere alla realtà dei numeri. Il Primo ministro israeliano ha detto la settimana scorsa che la comunità internazionale dovrebbe invece considerare Hamas responsabile per le morti di civili, e per l’utilizzo degli stessi come “scudi umani”. E il governo israeliano considera Hamas responsabile anche per la distruzione delle infrastrutture di Gaza, per aver permesso ai suoi miliziani di nascondersi fra la popolazione civile e di usare per tutte le proprie necessità case, scuole, ospedali e moschee.
a.t. twitter @atrevesmoked
(10 agosto 2014)