#IsraeleDifendeLaPace – Ancora una vittima del conflitto
Era in licenza Netanel Maman. Era tornato a casa, a Gan Yavne, dopo aver partecipato all’operazione via terra nella Striscia di Gaza. Con il fratello Tamir, venerdì scorso, Netanel aveva preso la macchina per andare un attimo a comprare le sigarette. Un gesto normale e quotidiano, spezzato dall’urlo delle sirene e dall’improvvisa esplosione di un missile a poca distanza dall’auto dei due fratelli. Tamir se l’è cavata con qualche ferita superficiale. Netanel, 21 anni (nella foto), è invece la 71esima vittima israeliana del conflitto tra Israele e Hamas. Troppo gravi le ferite riportate dall’esplosione del missile di venerdì scorso. Dopo aver combattuto una settimana in ospedale, Netanel si è spento questa mattina. Ora tra Israele e Hamas vige la tregua, un mese di tempo per trovare un accordo per una tregua duratura. Il Sud di Israele, e non solo, sogna di non dover sentire più le sirene, di non veder più piovere i razzi da Gaza e piangere vittime come Netanel. Ma lo scetticismo è molto diffuso. La diplomazia avrà meno di 30 giorni per portare qualche risultato e intanto l’attenzione dell’esercito israeliano si concentra al nord, sulle alture del Golan. Qui la minaccia qaedista si fa giorno dopo giorno più vicina, con i ribelli jihadisti a dimostrare – per l’ennesima volta – la loro crudeltà al mondo. I 160 soldati siriani giustiziati e i 43 soldati delle Nazioni Unite rapiti dai miliziani dello Stato Islamico in Siria, preoccupano il governo di Gerusalemme. Perché se è vero che tutto questo accade oltre confine, il ferimento accidentale mercoledì scorso di un ufficiale israeliano, dimostra quanto questi confini siano labili.
d.r.
(29 agosto 2014)