Israele – Steven Sotloff (1983 – 2014)

sotloffAveva fatto l’Alyah nel 2005, l’americano Steven Sotloff. Era arrivato in Israele per frequentare l’università Idc di Herzelya e seguire il corso di Relazioni Internazionali. Voleva apprendere di più sul Medio Oriente, la sua passione, il tema principe dei suoi articoli, con le sue conflittualità, i suoi pericoli e il suo fascino. Di quel periodo in Israele, di cui era diventato cittadino, sulla rete però non c’è quasi più traccia. Un tentativo vano di proteggerlo dai suoi aguzzini, spiegano i media israeliani: dopo il suo rapimento in Siria nell’agosto 2013 da parte di miliziani jihadisti, le notizie sul suo legame con Israele erano state fatte sparire. Non è bastato. Sotloff è stato brutalmente giustiziato, come il suo collega James Foley, perché simbolo dell’Occidente. Lui, ebreo, americano con passaporto israeliano, è la nuova vittima dell’Isis. Quel Califfato che sta violentando e minacciando quel Medio Oriente tanto amato da Sotloff. A cui quest’ultimo però non si era piegato. Un amico, che aveva condiviso con il giornalista parte della prigionia, ha raccontato come Sotloff avesse avuto il coraggio di rispettare lo Yom Kippur nonostante fosse nelle mani di estremisti islamici. “Gli disse che era malato e che non voleva mangiare, anche se ci avevano dato uova quel giorno da mangiare”, ricorda l’amico di Sotloff. “In segreto, pregava in direzione di Gerusalemme. Osservava in che direzione i suoi carcerieri pregavano, e aggiustava l’angolo”.
“È uno dei più coraggiosi, talentuosi e acuti giornalisti che abbia mai incontrato – dirà Felice Friedson, direttore di Media Line, sito di informazione con cui Sotloff aveva collaborato – Dal 2009, ha coperto reportage da molti paesi del Medio Oriente, incluse storie sulla Primavera Araba e di nuovo nel 2012 stava seguendo storie in Libia, Egitto, Turchia e Siria. Quando poi è stato rapito da AlQaeda e trasferito”. Trasferito nelle mani dei miliziani del Califfato, che ieri hanno mostrato al mondo, per la seconda volta in diretta video, il loro disprezzo per la vita.

(3 settembre 2014)