…Mogherini

Federica Mogherini è una figura politica europea di grande rilievo in quanto nuovo Commissario agli esteri dell’Unone Europea. Dall’intervista con Marco Zatterin sulla Stampa di questa settimana apprendiamo che per la sua prima missione internazionale Mogherini ha scelto di andare in Medio Oriente dove cercherà di promuovere il dialogo fra israeliani e palestinesi. Il titolo della notizia (ovviamente non stilato dal Commissario) dice: “Inizio da Gaza e Tel Aviv per costruire il dialogo”. Da qui, un commento. Credo che il punto di partenza di un mediatore debba sempre essere quello di cercar di capire le sensibilità delle parti fra le quali intende mediare. Per gli israeliani – tutti gli israeliani senza differenza di credo politico – la locuzione “Tel Aviv” significa semplicemente e nulla più che “non Gerusalemme”. Senza indugio e senza equivoci. Vuol dire dichiarare a priori che non si vuol ammettere il fatto che gli israeliani hanno eletto Gerusalemme a capitale del loro Stato e vi hanno stabilito tutti gli organi del potere sovrano. Vuol dire che una delle maggiori richieste di una delle due parti che è il riconoscimento internazionale di Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele viene respinta a priori o per lo meno ignorata. Vuol dire che il punto di partenza della potenziale trattativa è il piano di spartizione dalla Palestina del 1947, da cui Gerusalemme era esclusa, ignorando i successivi 67 anni di storia e soprattutto le cause e i risultati della guerra d’indipendenza del 1948/49 e della guerra dei sei giorni del 1967. Chi aspira a impostare una mediazione europea, se non vuole rimanere fermo al palo di partenza, deve assolutamente evitare i due classici errori semantici cosí spesso ripetuti da tanti politici: primo, non dire mai “Questa terra” bensì “Stato di Israele”; e secondo, non dire mai “Tel Aviv” bensì “Il governo di Gerusalemme”. Ed è questo che noi auguriamo a Federica Mogherini.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(6 novembre 2014)