Tel Aviv – Orrore alla stazione
Dopo giornate di tensione a Gerusalemme e nel nord del paese, il terrore si sposta a Tel Aviv: stamattina un ragazzo di vent’anni, soldato dell’IDF, è stato accoltellato davanti alla stazione del treno Haganha, in quello che si conferma essere un attacco terroristico. Il giovane, in condizioni gravissime, è stato trasportato all’ospedale Sheba e sta subendo diversi interventi chirurgici. Ad aggredirlo con un coltello, un diciottenne palestinese di Nablus (si chiamerebbe Nur al-Din Abu Khashiyeh secondo la tv israeliana) entrato illegalmente in Israele che ora è sotto la custodia della polizia e sta rispondendo alle domande dello Shin Bet. L’attentatore, riporta il Jerusalem Post, avrebbe colpito più volte la vittima tentando di appropriarsi del suo fucile, si è rifugiato poi in un palazzo fino all’arrivo della polizia che lo ha circondato. Un uomo di 50 anni che ha provato a fermarlo è stato leggermente ferito. Ad arrivare poco dopo sulla scena il ministro della Sicurezza Yitzhak Aharonovitch. Ma la paura è stata protagonista anche della giornata di ieri.”La polizia israeliana deve porre fine all’insorgere della violenza nei villaggi arabi del paese”, ha dichiarato oggi il ministro degli Affari Strategici Yuval Steinitz dopo la tragedia sventata di domenica sera a Taibe in Galilea: un uomo ebreo di Netanya è stato infatti aggredito mentre guidava la propria macchina. All’entrata del villaggio dei ragazzi dal volto coperto si sono scagliati contro il guidatore lanciando sassi e dando fuoco alla vettura. “Stavo tornando a casa dal lavoro – riporta oggi il Jerusalem Post – e quando mi sono fermato al semaforo, mi hanno cercato di parlare. Io però non capivo l’arabo, così hanno iniziato a lanciarmi sassi e incendiato la macchina”. “Credevo di morire – spiega l’uomo – se non fosse stato per un arabo che mi ha fatto uscire, spostandomi sull’altro sedile. Mi ha poi trascinato via. Gli devo la vita”. “Quello che è successo è un miracolo – conclude – non sono dovuto nemmeno andare in ospedale. Voglio davvero ringraziare chi mi ha salvato”. Andare a Taibe è dunque pericoloso per un ebreo israeliano? A rispondere Eric Bermi, direttore del consiglio che si occupa di controllare il villaggio: “Non tutti i residenti di Taibe sono pericolosi. Non abitano forse proprio nel villaggio i salvatori della vittima? Gli aggressori era studenti, segno di quanto sia giusto iniziare a lavorare dentro le scuole. Il mio compito è quello di riabilitare questa città e farla diventare un luogo sicuro”. Dietro l’agghiacciante aggressione di ieri sono stati ipotizzati diversi moventi, per prima la morte a Kafar Kafar di un giovane palestinese ucciso dopo aver aggredito la polizia impugnando un coltello. Miccia che ha riacceso gli animi e dato vita a proteste nel nord del paese, disordini e rivolte e che secondo il premier Benjamin Netanyahu celano un piano di Hamas e dei movimenti jihadisti. E se, la politica interna del paese deve fronteggiare un disagio crescente, a preoccupare torna nuovamente l’Iran. Da ieri, dopo l’incontro in Oman del segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif, i due paesi hanno ripreso a dialogare dopo 35 anni di silenzio. Il 24 novembre sarà il giorno chiave per il raggiungimento di un accordo sul nucleare iraniano da parte delle potenze mondiali. Un accordo bocciato duramente dal premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato: “Il nucleare in Iran sarebbe un pericolo non solo per Israele ma per il mondo intero”.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(10 novembre 2014)