Qui Vercelli – Il perdono e il sacrificio

20150118_160658Caino ed Abele, antitesi ideologica di estrema attualità, figure retoriche che rimandano al binomio del bene e del male e a dibattute letture. Questo il tema affrontato domenica da rav Elia Enrico Richetti, rabbino della Comunità Ebraica di Milano, ospite della Comunità Ebraica di Vercelli. Il valore del sacrificio, il significato del termine “peccato”, la consapevolezza del male interiore: sono molti gli spunti di riflessione che rav Richetti ha saputo trasmettere ad un interessato pubblico. Dalle parole del rabbino sono emersi principi quantomai fondamentali per l’uomo moderno, come la tendenza a proiettare sul prossimo la nostra componente negativa e la tendenza, esemplare in Caino, di compiere atti di generosità frutto di una religiosità formale più che interiore per la cui espressione conta lo spirito con cui si offre il sacrificio.
La discussione ha portato a un approfondimento sui vari livelli di peccato, sulla definizione di Hattat, Awon e Pesha, e sulla necessità, per elevare se stessi, di non rimanere fermi ma di continuare a migliorarsi. Gli interrogativi di rav Richetti e le conseguenti riflessioni sul Satàn, hanno chiarito il concetto dell’ostacolo che permette all’uomo di misurarsi con il male, e della capacità di vedere da parte di chi riconosce la verità, così come fece Balaan grazie alla sua asinella (Libro dei Numeri 22:27-33).
La lezione si è svolta in Sala Foa, la prestigiosa sala delle riunioni e delle decisioni più importanti dell’ebraismo piemontese tra cui le assemblee dei più eminenti rappresentanti delle Università Israelitiche del Piemonte, oltre avere funzione di ex tempietto invernale del Collegio Foa che ha formato tra i più eruditi rabbini, alla guida delle Cattedre rabbiniche presso le Università Israelitiche italiane, come ha ricordato al termine dell’evento la presidente della Comunità Ebraica di Vercelli Rossella Bottini Treves. La presenza di rav Richetti segna dunque la continuità con il passato della Comunità vercellese che detiene un ruolo esegetico e formativo nel panorama culturale italiano.

Sara Minelli

(20 gennaio 2015)