Qui Venezia – I lumi della Memoria
Sei lumi posti sul memoriale della Shoah in campo di Ghetto Nuovo in ricordo di altrettanti milioni di ebrei deportati e sterminati nei campi di concentramento. Poi l’Izkhor e il Kaddish, infine un minuto di silenzio.
Visita in Ghetto del governatore del Veneto, Luca Zaia per la deposizione di una corona d’alloro sul memoriale della Shoah in campo di Ghetto Nuovo. Ad accompagnarlo il presidente del Consiglio Regionale Clodovaldo Ruffato e una delegazione di consiglieri. Una cerimonia a cui hanno partecipato gli esponenti della Comunità Ebraica di Venezia, tra questi il presidente, Paolo Gnignati e il rabbino capo, Rav Scialom Bahbout.
Ringraziando i presenti intervenuti, Paolo Gnignati ha voluto ricordare come il Giorno della Memoria non sia solo il momento per ricordare le vittime, ma un’occasione per riflettere sull’impegno civile e sul concetto di scelta: “Gli ebrei che sono stati oggetto della persecuzione non sono però oggetto del Giorno della Memoria, un’occasione che ricorda invece l’importanza della scelta e della coscienza civile. La legge istitutiva del Giorno della Memoria impone di ricordare non solo le vittime, ma anche chi si è saputo opporre, chi limpidamente si è sottratto a questo schema di morte. L’elemento fondamentale è capire che anche nei momenti difficili c’è chi mantiene saldi i valori fondamentali. Come rav Ottolenghi, il Professor Jona, che resse la Comunità pagando con la vita, e Gino Luzzatto, rettore di Ca’ Foscari, che nel momento della persecuzione riorganizzò la scuola ebraica. Questo è l’esercizio che dobbiamo fare ancora oggi, l’omaggio che facciamo qui è all’impegno civile, un ricordo impegnato in un momento in cui gli ebrei continuano a morire in quanto ebrei. Essi non hanno bisogno di essere compianti, ma devono poter credere nei valori della convivenza civile”.
Nel corso dell’incontro il governatore Zaia ha portato il suo saluto alla Comunità esprimendo il suo cordoglio per le vittime, ma sottolineando altresì come l’antisemitismo sia un tema attuale a maggior ragione oggi dopo i fatti di Parigi: “Per me è diventato un appuntamento immancabile il Giorno della Memoria e non avrei mai pensato che quest’anno ci portasse un bilancio così tragico: i 4 morti del Museo ebraico di Bruxelles, i tre morti di Kansas city, i morti di Tolosa nel 2013 e non ultimi le vittime del supermercato casher di Parigi. Dire che l’antisemitismo e l’odio razziale facciano parte del passato è dire una menzogna. In un giornale straniero all’indomani dei fatti in Francia si ricordava che per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale la Sinagoga Grande di Parigi è rimasta chiusa. Il Giorno della Memoria non è quindi per ricordare solo fatti storici, penso che sia l’occasione per guardare al passato, ma anche al futuro con positività. Noi non dovremmo essere qui, dovrebbero esserci le scuole, per comprendere da vicino che quello che è accaduto non è solo una pagina di storia”.
Sul fronte dei giovani anche il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Clodovaldo Ruffato ha espresso la necessità di intensificare gli sforzi: “La giornata odierna assume un significato particolare a 70 anni da quando l’esercito russo entrò ad Auschwitz facendo conoscere al mondo intero un folle progetto che papa Wojtyla ha definito il male estremo. In questo periodo i valori della nostra democrazia sono sotto attacco con il principio delle differenze religiose. In Germania l’81 percento della popolazione non vuole più sentir parlare di Shoah. Una follia visto che proprio sulla Memoria si fonda il presente e il futuro. Noi abbiamo l’obbligo di tramandare alle prossime generazioni un messaggio di pace e convivenza, grazie al supporto delle scuole e delle istituzioni, parlandone tutto l’anno e non solo in questo giorno”.
Michael Calimani
(27 gennaio 2015)