Lia van Leer (1924 – 2015)

Lia van Leer z.l.Regina, pioniera, “grande dame” del cinema israeliano. Così viene salutata Lia van Leer, la cui grande passione per il cinema ha accompagnato la nascita della cultura cinematografica in Israele. Era nata Lia Greenberg nel 1924 a Bălți, in Moldavia, dove visse fino al 1940 prima di partire per quella che sarebbe dovuta essere solo una visita alla sorella, che viveva da qualche anno a Tel Aviv. Ma mentre era lontana dall’Europa Bălți fu occupata dai nazisti. Lia, dopo qualche anno si trasferì a Gerusalemme, per studiare e lì incontrò quello che sarebbe diventato suo marito, un ingegnere, pilota, sceneggiatore e produttore olandese con cui fondò quello che sarebbe diventato il primo cineclub del paese. “Avevamo un proiettore, 16 mm, e ogni settimana invitavamo degli amici per guardare qualche film… Non c’era la televisione, allora, e la nostra casa divenne rapidamente la più frequentata di tutta Haifa”, amava ricordare. Una passione importante per il paese, già allora, perché la loro collezione di film – messa insieme nei numerosi viaggi fatti sia in Europa che negli Stati Uniti – fu la base per l’Israel Film Archive, nato nel 1960, che grazie ad alcuni generosi donatori poté crescere fino a diventare, nel 1981, la grande Jerusalem Cinematheque, di cui Lia van Leer fu nominata primo direttore. Dopo essere stata membro della giuria del festival di Cannes nel 1983, si lanciò nella creazione di qualcosa di simile in Israele, e il Jerusalem Film Festival nacque nel 1984.
Fu protagonista alla fine degli anni novanta, della battaglia per l’apertura della cinemateca durante lo Shabbat: “No, non chiesi il permesso a nessuno, semplicemente iniziammo a proiettare un film dopo l’altro… all’inizio non staccavamo biglietti, era tutto aperto, chi voleva poteva fare una donazione usando una scatola che avevamo messo nell’ingresso. Quando i religiosi iniziarono a contestare la mia scelta io risposi che se il cinema fosse esistito ai tempi del Talmud, la cosa sarebbe sicuramente stata permessa. In fondo si tratta solo di un altro modo di raccontare una storia.” E Michel Kichka ricorda che “Era la grande dame del cinema israeliano, lascia una eredità incommensurabile di cultura, energia, e volontà di condivisione e di pace”.
Anche dopo aver lasciato la direzione di entrambe le istituzioni a Noa Regev nel 2014, aveva tenuto un ufficio alla Cinematheque, dove non aveva mai smesso di recarsi, per continuare la sua collaborazione, in nome della grande passione della sua vita. Presidente della giuria del quarantacinquesimo Festival internazionale del cinema di Berlino nel 1995, aveva ricevuto nel 2004 l’Israel Prize, il maggior premio del paese.

a.t. twitter @atrevesmoked

(30 luglio 2015)