Israele – La vittoria di Netanyahu

Schermata 2015-03-18 alle 15.15.04“Sono onorato di questa grande responsabilità”, così il primo ministro in carica Benjamin Netanyahu, a poche ore dal risultato elettorale che ne ha sancito la vittoria. Il suo Likud, “contro ogni previsione e contro ogni forza contraria” come ha dichiarato il premier, ha battuto il centro-sinistra di Isaac Herzog. 30 seggi per il Likud contro 24 dell’Unione Sionista: proiezioni più o meno rispettate per la seconda, decisamente inattese per il primo. E così Netanyahu ha di che gioire. “Lo chiamato per augurargli buona fortuna – ha dichiarato il grande sconfitto Herzog – ma una cosa sia chiara, i problemi rimangono gli stessi. Qualcosa deve cambiare”. E il cambiamento potrebbe portarlo Moshe Kahlon, vero ago della bilancia di questa tornata elettorale. Il suo partito Kulanu, nato dal nulla pochi mesi fa, ha raccolto 10 seggi e ora sembra entrerà nella grande coalizione che Netanyahu si prepara a riunire sotto di lui. Habayt Hayehudi (8 seggi), Yisrael Beytenu (6), Shas (7), Uniti per la Torah (6) saranno i compagni di governo di Kahlon se, come è prevedibile dirà di sì, al primo ministro. Per lui c’è un posto al ministero dell’Economia ma è probabile che le sue richieste saranno molto più alte. La campagna elettorale di Kahlon, ex uomo del Likud, è stata tutta rivolta alle problematiche socio-economiche della realtà israeliana, in particolare alla questione del costo della vita, diventato per molti cittadini insostenibile. Il suo obiettivo è quello di portare un cambiamento ma in una coalizione con altri cinque partiti, trovare l’equilibrio sarà difficile. Anche perché sono già iniziate a piovere le richieste sul tavolo di Netanyahu: Avigdor Lieberman, per esempio, uscito malconcio dalle urne, vorrebbe comunque il ministero della Difesa, il partito ashkenazita degli ultraortodossi chiede a gran voce di cancellare la riforma sulla leva obbligatoria (votata nella scorsa legislatura e che porterebbe molti studenti di yeshiva a dover fare l’esercito, senza contare su molti dei permessi prima accordati); più silenzioso Naftali Bennett, un altro insieme a Lieberman ad aver ricevuto brutte notizie dalle elezioni di ieri: ha perso 4 seggi rispetto alle ultime elezioni. Ma il suo silenzio è momentaneo, il tempo di riaversi dalla batosta elettorale, sottolineano sul Times of Israel.
L’uomo del momento rimane Benjamin Netanyahu, che in queste ore ha ricevute le congratulazioni di molti esponenti della politica internazionale, tra cui il capo della diplomazia dell’Unione Europea Federica Mogherini. “L’Ue è impegnata a lavorare con il governo entrante per relazioni di reciproco beneficio così come per il rilancio del processo di pace”, ha dichiarato L’Alto rappresentante alla politica estera, aprendo subito il delicato fronte delle trattative con i palestinesi. “L’Unione Europea sostiene strenuamente la soluzione pacifica del conflitto Israelo-Palestinese” per il quale “troppe generazioni sono state private della pace”, il suo commento. “È ora di voltare pagina”.

d.r.

(18 marzo 2015)