Expo 2015 – Israele, porte aperte al futuro
Oltre centomila le persone che dal Primo maggio scorso, giorno d’apertura di Milano Expo 2015, hanno visitato il Padiglione d’Israele. La dimostrazione di come Fields of tomorrow, i campi di domani – titolo del progetto israeliano – sia già diventato uno dei poli d’attenzione dell’Esposizione universale. “Un progetto bellissimo di cui siamo orgogliosi”, ha affermato ieri l’ambasciatore d’Israele Naor Gilon, in occasione dell’inaugurazione ufficiale del Padiglione a cui ha partecipato, tra gli altri, il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach. “L’ospitalità è un valore fondante della cultura ebraica e nei prossimi mesi il Padiglione Israele sarà aperto a tutti coloro che vogliono visitarlo e conoscerne i segreti”, ha spiegato Elazar Cohen, Commissario di Israele per Expo, sottolineando come il messaggio con cui il paese si presenta all’Esibizione universale sia di condivisione delle conoscenze in materia di innovazione agricola acquisite da Israele in questi decenni. “Vogliamo mettere a disposizione il nostro sapere per dare una risposta concreta al tema di Expo, Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”. Perché un paese che è riuscito ad ottenere un risparmio idrico che tocca il 70 per cento, che ha reso coltivabili terreni aridi, ha molto da poter insegnare, soprattutto in termini di sostenibilità. “Chi semina nelle lacrime, raccoglie con gioia”, ha ricordato rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano, citando il verso dei salmi e spiegando come il popolo ebraico sia da sempre consapevole di come sia ben più soddisfacente e “straordinario ottenere un risultato sulla carta difficile piuttosto che vedersi regalare qualcosa”. Così è accaduto in Israele, ha affermato il rav, protagonista dell’apposizione di una Mezuzah – la pergamena con una preghiera che si affigge allo stipite delle porte delle case ebraiche di tutto il mondo – all’ingresso del padiglione israeliano. Una “Mezuzah che ci portiamo dietro in tutto il mondo – ha spiegato l’ambasciatore Gilon – che è stata con noi a Shanghai e in Corea e speriamo ci accompagni anche in Kazakistan e a Dubai”. Gilon nel suo discorso ha poi spiegato come la vicinanza con Palazzo Italia da parte del Padiglione Israele – che si trova nel cuore di Expo – non sia casuale. “Credo che ci sia un fatto simbolico e che questa vicinanza fisica rappresenti la vicinanza che c’è tra i nostri Paesi e i nostri popoli, ma anche il fatto che l’Italia ha fiducia nelle nostre capacità tecnologiche applicate all’agricoltura”. Una fiducia reciproca che potrebbe essere rinnovata proprio a Milano tra i governi dei due Paesi: l’ambasciatore infatti ha riferito come si stia pensando al capoluogo lombardo come punto di incontro dell’annuale vertice intergovernativo tra Israele e Italia e come si stia progettando la visita da parte del Primo ministro Benjamin Netanyahu ad Expo. “A differenza di altri che avevano dubbi, noi eravamo certi che i nostri amici italiani avrebbero centrato l’obiettivo e reso l’Expo una bellissima realtà” ha aggiunto l’ambasciatore. A riconoscere l’eccellenza di Israele, anche il presidente della Regione Roberto Maroni: “Israele è un Paese all’avanguardia nelle tecnologie per l’agricoltura e l’irrigazione – ha affermato Maroni -, detiene il primato mondiale nel riutilizzo di acqua agricola ed è l’unico Paese al mondo in cui alberi e vegetazione sono aumentati negli ultimi 50 anni. Per tutti questi motivi Israele può contribuire in modo determinante a raggiungere gli obiettivi che si prefigge questa Esposizione universale ovvero ‘Nutrire il pianeta’”. Maroni ha poi ricordato la sua recente visita in Israele, dove ha incontrato l’ex presidente dello Stato Shimon Peres che ha accolto l’invito del governatore lombardo a venire nei prossimi mesi ad Expo. A portare i saluti del sindaco Giuliano Pisapia, il presidente della Commissione comunale di Milano per Expo Ruggero Gabbai, che ha ricordato come il Vertical field, il suggestivo campo verticale – realmente coltivato e irrigato con le tecnologie più all’avanguardia – che caratterizza il Padiglione Israele sia un esempio straordinario del Know-how israeliano, da condividere anche per decostruire le tesi di chi cerca di boicottare il paese.
Ha invece raccontato il grande impegno in tema di ecologia e sostenibilità ambientale del Keren Kayemeth LeIsrael, partner strategico del Padiglione israeliano, il presidente del Kkl Italia Raffaele Sassun.
Tra gli ospiti dell’evento, presentato dalla madrina Moran Attias e che ha raccolto centinaia di persone attorno al padiglione e al suo inconfondibile campo verticale, il segretario UCEI Gloria Arbib, i presidenti della Keillah milanese Raffaele Besso e Milo Hasbani, il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici. Di casa invece, l’architetto David Knafo e il presidente di Avs Malki Shem Tov che insieme hanno dato forma al progetto del padiglione.
Daniel Reichel
(13 maggio 2015)