Israele – Quella minaccia interna
L’assassinio di Shira Banki a Gerusalemme si sarebbe potuto evitare. Ad affermarlo, il ministro della Sicurezza israeliano Gilad Erdan (nell’immagine). Intervistato dalla radio dell’esercito, Erdan ha fatto riferimento all’aggressione compiuta dall’estremista ultraortodosso Yishai Schlissel, sostenendo che “senza dubbio si sarebbe potuto prevenire quanto accaduto”. Schlissel, infatti, era uscito di prigione poche settimane fa dopo aver scontato dieci anni di reclusione per tentato omicidio per un attentato simile a quello compiuto giovedì scorso in cui ha perso la vita la giovane Shira Banki. Le autorità stanno cercando di ricostruire l’accaduto per capire se vi siano altre persone coinvolte nell’aggressione compiuta da Schlissel al gay pride di Gerusalemme. Secondo i media israeliani, la polizia nelle ultime ore ha interrogato tra gli altri un rabbino haredi e e la sua consorte, entrati in contatto con l’attentatore dopo il suo rilascio. Entrambi hanno dichiarato di essere totalmente all’oscuro dei piani omicidi di Schlissel. E mentre a Gerusalemme continuano le indagini per fare luce su quanto accaduto lunedì, le autorità israeliane sono al contempo impegnate per trovare i terroristi, come li ha definiti il premier Benjamin Netanyahu, che venerdì scorso hanno dato fuoco a una casa in Cisgiordania, bruciando vivo un bimbo palestinese di 18 mesi. “Sono estremisti religiosi anarchici che pensano che le leggi del nostro Stato non si applicano a loro”, ha affermato il ministro Erdan. Per gli investigatori, sottolinea Amos Harel di Haaretz, si tratta dello stesso gruppo, legato al mondo dei coloni, responsabile negli scorsi mesi degli attacchi a Chiese e moschee. Il loro obiettivo, continuano gli inquirenti, è più ambizioso rispetto al passato, ovvero vogliono destabilizzare il Paese e rovesciare il governo per istituire un nuovo regime basato sulla halakha, la legge ebraica. Questo movimento estremista avrebbe in programma di usare la violenza in modo sistematico, indipendentemente dal comportamento delle autorità israeliane negli insediamenti.
“Il cambiamento ideologico – spiega Harel – di questa banda di giovani ebrei fanatici e violenti, una volta individuati sotto il nome di Tag Mehir (price tag) o Giovani della collina, è avvenuto secondo i servizi di sicurezza dello Shin Bet e secondo la polizia verso la fine dello scorso anno. I terroristi sono giunti alla conclusione che gli incendi alle moschee non bastavano, e che era necessario un approccio più ampio”. Alcune delle idee ispiratrici di questo nuovo, e ancor più aggressivo, metodo di agire sono contenute in un documento redatto da un estremista di destra, Moshe Orbach, 24enne di Bnei Brak, individuato come uno dei responsabili dell’incendio appiccato alla Chiesa della moltiplicazione. Il regno del male, il titolo del testo scritto da Orbach in cui si ritrovano sia i fondamenti ideologici alla base delle violenze contro le altre comunità religiose sia un vero e proprio manuale d’uso per compiere concretamente gli attacchi.