Israele – Giro di vite contro i violenti
Condannare ogni forma di terrorismo e rispondere alla violenza con il dialogo. Questo l’obiettivo della visita compiuta nelle scorse ore da una delegazione di leader religiosi ebrei e musulmani all’ospedale israeliano di Tel Hashomer. Qui è ricoverata la famiglia Dawabsha, vittima lo scorso venerdì dell’attentato compiuto da estremisti israeliani che hanno dato fuoco alla loro casa, uccidendo il figlio di 18 mesi, Ali. Ahmed, il fratello di quattro anni di Ali, è sopravvissuto ma ha riportato gravi ustioni su tutto il corpo ed è ancora in pericolo di vita. A lui e alla sua famiglia, hanno spiegato i leader religiosi della delegazione – di cui facevano parte l’ex ministro rav Michael Melchior, il rabbino capo ashkenazita di Gerusalemme Aryeh Stern, i fondatori dell’organizzazione Tzohar rav Rafi Feuerstein e David Stav e lo sceicco Abdullah Darwish – sono andate le preghiere per una pronta guarigione. “È stato un crimine terribile – ha affermato rav Melchior nel corso dell’incontro – e per questo leader rabbinici e musulmani di questo paese sono venuti qui, insieme, per dire che non accetteremo nessun tipo di violenza, di omicidi o qualsiasi altro atto compiuto contro chiunque”. “Questo sabato abbiamo letto nella Torah che ‘non devi uccidere’ – ha continuato il rav – e ci sono persone che compiono azioni due volte criminali, uccidono e lo fanno nel nome di D.o, che ci comanda di non farlo”. Parole di condanna condivise da tutti i presenti, con l’auspicio che vi sia un effettivo lavoro per cambiare la situazione e arginare violenze e intolleranze. “All’inizio dell’anno, dopo l’attacco terroristico a Har Nof (l’attentato compiuto lo scorso novembre da due terroristi palestinesi contro una sinagoga e in cui furono assassinate quattro religiosi mentre stavano pregando), – ha spiegato rav Stern – ho partecipato a una conferenza di tutti i leader religiosi e sono rimasto molto colpito dal fatto che ci fosse la volontà da entrambe le parti di condannare il sangue versato dagli assassini in nome della religione. Tutti erano contro quanto accaduto e che era stata una manifestazione unica di unità. Purtroppo è molto sconfortante doversi incontrare ancora…”. “Dobbiamo fare in modo che ci sia pace tra il popolo ebraico e il popolo arabo – ha continuano il rabbino capo della Capitale – chiunque sia coinvolto in spargimenti di sangue non ci rappresenta. Faremo ogni sforzo per evitare che in futuro quanto accaduto si ripeta, per fermare i giovani di entrambe le parti perché non commettano tali atti”. Lo sceicco Darwish ha condannato qualsiasi violenza contro gli ebrei, ringraziando i presenti per aver fatto lo stesso ma sull’altro versante. “Dobbiamo allearci contro il terrorismo e per la pace”, ha affermato Darwish. “Anche quanto non siamo d’accordo – il commento di rav Stav – dobbiamo trovare una via per esserlo in modo rispettoso e dobbiamo evitare a ogni costo situazioni che portino al versamento di altro sangue”.
d.r.