Israele – Netanyahu e il Bilancio incerto

netanyahu kahlonMentre si sta confrontando con le tensioni interne al Paese e, sul piano internazionale, con la questione dell’accordo iraniano, il governo di Benjamin Netanyahu è riuscito a portare a casa un risultato: l’approvazione del Bilancio 2015 e 2016. Nelle scorse ore, infatti, venti ministri dell’esecutivo hanno dato il loro appoggio al budget presentato dal ministro delle Finanze Moshe Kahlon (unico astenuto, il titolare della Difesa Moshe Yaalon). “Come promesso, abbiamo approvato il Bilancio dello Stato senza opposizioni – ha dichiarato il Premier Netanyahu dopo l’approvazione – Questo dimostra la coesione all’interno della coalizione e del gabinetto. Questo Bilancio è equilibrato, responsabile, si occupa della crescita e prende provvedimenti per il taglio del costo della vita”. Dietro alla soddisfazione del primo ministro però, sottolineano gli analisti, si nasconde l’incertezza rispetto a quanto accadrà alla Knesset, il parlamento israeliano, chiamato a fine agosto – e poi a novembre – all’approvazione definitiva della legge di Bilancio (la mancata approvazione ha di fatto causato la caduta degli ultimi due governi Netanyahu). “I prossimi mesi saranno complicati per il premier israeliano – il commento rilasciato alla rivista Bloomberg da Abraham Diskin, docente emerito di scienze politiche all’Università ebraica di Gerusalemme – non potrà esserci neanche una defezione alla Knesset da parte della sua coalizione e sarà soggetto a ogni possibile ricatto politico”. La risicata maggioranza su cui Netanyahu può contare alla Knesset (61 seggi contro i 59 divisi tra i vari partiti d’opposizione) è infatti un fattore di evidente instabilità e rischia di portare il capo del governo a difficili negoziazioni interne. Come del resto è accaduto con i ministri del suo esecutivo: il via libera al Bilancio è arrivato alle 4 del mattina dopo un estenuante maratona di compromessi portata avanti dal ministro Kahlon con i suoi colleghi. Tra i più combattivi, il ministro dell’Educazione Naftali Bennet, che è riuscito ad ottenere un aumento dei fonti stanziati per il suo ministero così come accaduto per i ministeri della Sanità, della Cultura, della Pubblica Sicurezza e del Welfare. Concessioni necessarie, quelle predisposte da Kahlon, ma che rischiano di ripetersi alla Knesset, indebolendo così la tenuta della coalizione. “Credo che Netanyahu riuscirà ad ottenere l’approvazione del budget, anche per siamo andati elezioni solo nel marzo scorso”, sottolinea Diskin mentre l’analista di Haaretz Anshel Pfeffer ricorda che “chiunque all’interno della maggioranza può far naufragare la nave”, e affossare la legge di Bilancio, in particolare chi vedrà le sfere di interesse che rappresenta colpite dai tagli. La battaglia politica dunque si sposterà sugli scranni parlamentari, segnando il futuro dell’attuale governo Netanyahu.

d.r.

(7 agosto 2015)