Bibi in sinagoga. Sorrisi, strette di mano
e una promessa per il futuro

Sono numerosi i quotidiani che descrivono oggi lo shabbat trascorso dal premier israeliano Netanyahu nella sinagoga di Firenze, raccontato ieri sera nei dettagli sul portale dell’ebraismo italiano www.moked.it e sui social network di Pagine Ebraiche. Questo il testo apparso sui nostri media.

Ha ascoltato con attenzione, mostrando interesse genuino per ciò che gli veniva raccontato. Si è lasciato coinvolgere, è apparso a tutti sorridente e rilassato. Polo a righe, jeans. Apparentemente un turista come tanti altri. E come un normale turista ha voluto soddisfare molteplici curiosità: dalla particolare disposizione della tevà, la tribuna da cui si legge la Torah, il Pentateuco, alla storia della sedia su cui molte generazioni di ebrei fiorentini sono stati circoncisi. “Bello, tutto molto bello”, ha detto più volte ai suoi interlocutori.

Mezzogiorno e mezzo circa. La funzione mattutina dello Shabbat si è da poco conclusa e gli iscritti sono stati fatti allontanare dal Tempio. È in quel momento che Benjamin Netanyahu e la moglie Sara, protetti da una fitta rete di sicurezza, fanno il loro ingresso nel giardino della sinagoga, accolti da una piccola delegazione comunitaria. A fare gli onori di casa la presidente Sara Cividalli e il rabbino capo Joseph Levi. E con loro anche la moglie del rav, Shulamit, con la figlia Tamar; il segretario Emanuele Viterbo; l’architetto Renzo Funaro; l’assessore comunale al welfare e alle pari opportunità Sara Funaro. Una visita privata, a poche ore dall’incontro avuto ieri con una più corposa delegazione guidata dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, invitato a portare il saluto dell’intera collettività ebraica nazionale al primo ministro dello Stato d’Israele.

“Baruchim Habaim” (“Benvenuti”), viene detto a Bibi e Sara. “Grazie, che luogo meraviglioso”, commenta Netanyahu appena varcata la soglia di via Farini. La coppia, scortata all’interno del Tempio, mostra di apprezzare le sue architetture moresche e la sua storia, ripercorsa nei dettagli passo dopo passo. Pochi minuti prima la sinagoga era gremita per celebrare lo Shabbat, adesso Bibi e Sara hanno l’occasione di vederla vuota e maestosa in tutto il suo splendore. Il rav parla loro in ebraico, li porta verso l’Aron haQodesh

(l’armadio che accoglie i rotoli della legge) e glielo fa visitare approfonditamente.

“Che posto fantastico, mi è venuta un’idea: e se celebrassimo i nostri 25 anni di matrimonio qua?” chiede Sara Netanyahu alla presidente Cividalli. Una proposta accolta con entusiasmo. “Vi aspettiamo”, dice calorosamente quest’ultima.

Una sosta anche al museo che raccoglie le memorie della comunità fiorentina, antiche testimonianze, argenti e tessuti preziosi. Guida la visita l’architetto Funaro, vicepresidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia e presidente della locale Opera del Tempio Ebraico. Oltre a un excursus storico-culturale, Funaro ripercorre la mole di lavoro che ha portato alla piena riqualificazione della struttura, conclusasi proprio quando sindaco del capoluogo toscano era Matteo Renzi, l’artefice di questa due giorni in riva all’Arno.

Bibi è un fiume di domande. Funaro, che apprezza il suo pragmatismo, dà una risposta dettagliata a tutti i quesiti.

Sono le una passate quando è tempo di tornare verso l’hotel. Bibi e Sara, la delegazione comunitaria e gli uomini della scorta prendono a turno l’ascensore, programmato in modalità “Shabbat System” così da non violare le regole del giorno ebraico di riposo. Funaro dice a Bibi: “Lo sa, presidente, che nell’Ottocento avevamo un ascensore che funzionava ad acqua?”. Bibi sorride, decisamente divertito.

Fuori il gruppo sosta davanti alla lapide dei deportati. Un nome, tra gli altri, colpisce Bibi. È quello di Nathan Cassuto, l’ex rabbino capo della città che trovò la morte ad Auschwitz. Suo figlio David, che Netanyahu ben conosce, è stato vicesindaco a Gerusalemme.

L’uscita si avvicina, arriva il momento dei saluti. Ed è un fioccare di “Shabbat Shalom” da una parte e dall’altra.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(Nell’immagine dell’Ansa Benjamin e Sara Netanyahu lasciano l’hotel in direzione sinagoga)

(29 agosto 2015)