Israele – Nuove leggi contro il terrorismo

KNESSETIl parlamento israeliano è chiamato in queste ore a votare un discusso progetto di legge che riorganizza la normativa antiterrorismo. Il provvedimento, come spiega la stampa israeliana, è da tempo in attesa di essere votato alla Knesset e il suo obiettivo è una ridefinizione del concetto di terrorismo e delle attività ad esso legato. Secondo i critici, la nuova normativa – che cancella tra le altre cose alcune leggi risalenti al mandato britannico – rende troppo generiche le fattispecie di reato ricollegabili al terrorismo, allargando troppo le maglie dell’applicabilità della sanzione penale. Di contro, i sostenitori affermano che il nuovo assetto – ispirato anche a normative di altri paesi – renderà più efficaci le misure di contrasto al terrorismo, anche sul fronte interno. Il Consiglio di Sicurezza nazionale ha infatti riportato all’attenzione della Knesset il progetto di legge dopo l’attacco incendiario nella cittadina di Duma, in Cisgiordania, costato la vita a un bambino palestinese e a suo padre e imputato, sottolineano i quotidiani israeliani, a fazioni estremiste israeliane (i fatti di Duma sono stati definiti dal Premier israeliano Benjamin Netanyahu un “attentato terroristico”). Il nuovo assetto normativo, appoggiato nella scorsa legislatura dall’allora ministro della Giustizia Tzipi Livni, dovrebbe infatti garantire maggiori strumenti alle forze di sicurezza israeliane per contrastare sia il terrorismo palestinese sia quello interno.
Tra le novità introdotte dal disegno di legge, il raddoppiamento della pena per chi compie attività connesse al terrorismo, punibili con fino a trent’anni di reclusione. Inoltre, si prevede la punibilità per chi esprime solidarietà a un gruppo terroristico (fino a tre anni di carcere), e ciò include quelle organizzazioni che sostengono che sostengono ma non commettono atti di terrorismo e agli enti di volontariato palestinesi affiliati a Hamas.
Si stabilisce poi la possibilità di usare strumenti anti-terrorismo anche in casi non considerati di emergenza: ad esempio, l’opzione di permettere allo Shin Bet – il servizio di intelligence interno – di utilizzare i servizi informatici per monitorare coloro che sono sospettati di coinvolgimento in attività terroristiche, con l’approvazione del primo ministro.

(2 settembre 2015)