L’incontro tra Rivlin e la stampa
“Italia e Israele partner per la pace”

IMG_20150903_122812L’incontro con Bergoglio è terminato da pochi minuti. Il futuro del Medio Oriente e le relazioni tra Israele e Santa Sede al centro del colloquio. Un tema particolarmente delicato, perché se è vero che sono stati compiuti molti passi in avanti, alcune questioni risultano ancora irrisolte. Anche alla luce del recente riconoscimento dello Stato palestinese da parte vaticana, duramente contestato da Gerusalemme.
Poche ore e sarà la volta del Quirinale, dove lo attende il capo dello Stato Sergio Mattarella per consolidare, nelle parole e con i gesti, l’amicizia che lega i due paesi e il loro comune impegno per la pace, la democrazia, il progresso universale.
Un impegno ricordato anche nel testo che appare oggi sul quotidiano La Stampa dove Rivlin ricorda quanto sia fondamentale che Italia e Israele lavorino insieme contro chi fomenta terrore e violenza.
Infine la visita al Tempio Maggiore, in programma in serata, dove sarà accolto dalla leadership comunitaria, in testa la presidente Ruth Dureghello e il rabbino capo Riccardo Di Segni, insieme al presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
“Un’agenda fitta” sorride Reuven Rivlin, presidente dello Stato di Israele, confrontandosi sui grandi temi di queste giornate nel corso di un incontro blindato con la stampa israeliana cui partecipa anche la redazione di Pagine Ebraiche.
Processo di pace, equilibri interni, lotta internazionale al terrorismo. Il presidente Rivlin spazio su vari fronti e si concede con generosità a tutte le domande dei giornalisti. Al suo fianco, tra gli altri, il portavoce dell’ambasciata israeliana a Roma Amit Zarouk e l’ambasciatore presso la Santa Sede Zion Evrony.
Rivlin si affaccia più volte dalla magnifica terrazza romana in cui è stato fissato l’incontro. Si fa aiutare a riconoscere alcuni monumenti, ma dà anche prova di essere ben consapevole della meraviglia che gli si presenta davanti agli occhi. “Cos’è quell’area verde?”, chiede a un giornalista. “Non lo so”. “Ma dai, è villa Borghese”. E poi ancora col dito indica la sinagoga, piazza Venezia, la cupola del Vaticano.
“Amici, arrivederci!” dice dopo quasi un’ora di chiacchierata. Stringe la mano ai giornalisti, ricorda loro l’importanza della professione che svolgono, torna in stanza per preparare con i propri collaboratori gli appuntamenti che lo attendono.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(3 settembre 2015)