Israele – La sicurezza di Gerusalemme

gerusalemme busGrande dispiegamento di forze a Gerusalemme per un venerdì carico di tensione. Dopo gli scontri degli ultimi giorni tra polizia israeliana e dimostranti palestinesi nell’area del Monte del Tempio e nella zona Est della Capitale, le autorità di Gerusalemme hanno aumentato il livello di sicurezza nella città per controllare eventuali esplosioni di violenza in concomitanza con la preghiera del venerdì. La polizia israeliana ha vietato l’accesso al Monte del Tempio, Spianata della Moschee per il mondo musulmano, agli uomini di età inferiore a 40 anni. Secondo l’intelligence, gruppi di “giovani arabi” stavano pianificando di violare la fragile calma raggiunta nella zona, dopo le recenti violenze vicino alla moschea Al-Aqsa. Ed è l’intensificarsi del lancio di pietre e molotov a preoccupare il governo di Gerusalemme: nella notte un autobus è stato oggetto di una sassaiola nel distretto di Ras al-Amud (nell’immagine), nella zona Est della Capitale, “costringendo il conducente arabo del veicolo a scappare e chiedere aiuto a una volante della polizia” riporta il sito ynet, che nella ricostruzione dei fatti, spiega come l’autobus sia poi stato dato alle fiamme, colpito da alcune bombe molotov. Alla vigilia di Rosh Hashanah il lancio di pietre da parte di manifestanti palestinesi aveva causato una vittima, il sessantaquattrenne Alexander Levlovitz.
Nuove misure di sicurezza sono state garantite dal governo del Premier Benjamin Netanyahu. Per rafforzare la Capitale, scrive Haaretz, sono stati dispiegati 800 agenti di polizia aggiuntivi, provenienti da altri distretti del paese, che si uniranno alle migliaia di agenti di polizia già assegnati al distretto di Gerusalemme. “Gerusalemme Est è stata divisa in nove settori, con un generale di brigata della polizia al comando di ciascuno di essi. Ogni comandante avrà a disposizione una compagnia della polizia di frontiera di 70-80 agenti, che opereranno esclusivamente nella sezione a cui sono assegnati – riporta Haaretz – Unità sotto copertura che di solito lavorano con l’esercito sono state assegnati al progetto”. Secondo fonti della polizia, l’obiettivo di questa iniziativa – che dovrebbe durare fino a inizio ottobre – è l’aumento della pressione nei confronti dei residenti di Gerusalemme Est, in modo da indurli a fermare loro stetti i rivoltosi e chi lancia le pietre. Alcune ong hanno protestato contro questo piano, affermando che le misure costituiscono una violazione dei diritti degli abitanti delle zone coinvolte.
L’attenzione internazionale è invece rivolta su quando accade attorno alla moschea Al-Aqsa e al sito della Spianata delle moschee, luogo sacro per i musulmani (così come per gli ebrei in riferimento al luogo dove sorgeva il Tempio di Salomone distrutto del 70 e.v.): il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha espresso ieri “profonda preoccupazione” per le tensioni di questi giorni, dichiarando che ai musulmani “deve essere permesso di pregare in pace, senza violenza, minacce o provocazioni”. Per parte sua Israele ha garantito che ogni intervento è diretto a tutelare la sicurezza del luogo e che non ha nessun interesse a modificare lo status-quo del luogo, gestito dalla Giordania. Chi vuole lo scontro, ha spiegato il direttore dell’ufficio Affari Esteri Dore Gold, sono alcuni movimenti palestinesi da tempo attivi all’interno della moschea Al-Aqsa e legati a Hamas.

d.r.

(19 settembre)