Adolf Hitler e il Gran Mufti
le inesattezze di Netanyahu
“Dati alla mano, quanto ha affermato Netanyahu non corrisponde al vero. Non si può dire che il muftì di Gerusalemme ha convinto Hitler a compiere lo sterminio degli ebrei”. A parlare è lo storico Marcello Pezzetti, direttore scientifico del Museo della Shoah di Roma, interpellato da Pagine Ebraiche per capire cosa sia storicamente provato rispetto alle affermazioni, duramente contestate dal mondo accademico ma anche da diversi testimoni della Shoah, del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu rispetto ai rapporti tra Adolf Hitler e il muftì di Gerusalemme Haj Amin Al-Husseini. Parlando al Congresso Mondiale Sionista a Gerusalemme, Netanyahu ha affermato che Hitler fu convinto alla cosiddetta “soluzione finale” dal muftì Al-Husseini – importante capo religioso islamico nella Palestina mandataria – durante un loro incontro nel novembre del 1941, e che inizialmente voleva semplicemente espellere gli ebrei dalla Germania: “Hitler non voleva sterminare gli ebrei, all’epoca, voleva espellere gli ebrei. – la dichiarazione di Netanyahu – Amin al-Husseini andò da Hitler e gli disse: ‘Se li espelli, verranno tutti qui (in Palestina, ndr). ‘Cosa dovrei fare con loro?’, chiese Hitler. Il Muftì rispose: ‘Bruciali’”. Parole che hanno ricevuto una dura reazione da parte di molti, tra cui Dina Porat, capo degli storici di Yad Vashem che, in un’intervista alla radio dell’esercito d’Israele, ha invitato il Premier a fare marcia indietro. “Sicuramente il muftì di Gerusalemme ha avuto grandi e pesanti responsabilità personali nella Shoah ma non si può affermare che convinse Hitler a sterminare gli ebrei”, spiega Pezzetti ricostruendo il quadro storico in cui si articolano i fatti. “L’incontro tra i due avvenne il 28 novembre del 1941. Ben prima di quella data si era messo in moto il processo decisionale per l’attuazione dello sterminio. Quest’ultimo diventa sistematico con l’attacco all’ex Unione Sovietica (operazione Barbarossa, lanciata il 23 giugno 1941) e comunque viene deciso, cosa condivisa da tutti gli storici, tra l’estate e l’autunno del 1941, in ogni caso prima della fine di novembre (data dell’incontro tra il Gran Muftì e Hitler a cui fa riferimento Netanyahu)”. Pezzetti ricorda come nell’estate del ’41 fossero già stati compiuti dai nazisti, in modo sistematico e organizzato, diversi massacri contro gli ebrei, come a Leopoli dove nel luglio di quell’anno le vittime furono quattromila, trucidate dalle SS con l’aiuto della polizia ausiliaria ucraina. “Oppure nei Paesi Baltici: a Vilnius i nazisti vanno a cercare gli ebrei, non solo uomini ma anche donne, bambini, anziani, e li uccidono”. Non solo, a dimostrare che la macchina di sterminio nazista si era già messa in moto, senza necessità di consigli, lo storico spiega come fosse già stato pianificato l’utilizzo del gas per le uccisioni di massa e lo dimostra la messa in funzione l’8 dicembre del 1941 del campo di sterminio di Chełmno. “Fu adoperato il sistema dei gaswagen, autocarri modificati per diventare camere a gas. Chełmno fu realizzato per l’eliminazione degli ebrei provenienti dal ghetto di Łódź e il fatto che sia stato messo in funzione l’8 dicembre pochi giorni dopo l’incontro tra il Muftì e Hitler ma progettato ben prima”. Ancora, il 1 novembre i nazisti iniziarono la costruzione del campo di sterminio di Bełżec, altro tassello del meccanismo omicida ideato dai tedeschi.
Altro elemento che fa capire il ruolo nell’ideazione della “soluzione finale” del Gran Muftì, spiega Pezzetti, è il fatto che Al-Husseini non sia mai citato nel diario di Heinrich Himmler, comandante delle SS naziste e considerato uno degli architetti del genocidio ebraico.
Detto questo non significa che il Gran Muftì sia esente da responsabilità nella Shoah, tutt’altro. “Era un feroce antisemita e fu lui a organizzare le truppe musulmane che uccisero gli ebrei in Bosnia. E se nella campagna d’Africa gli alleati avessero perso, sicuramente Al-Husseini avrebbe avuto un ruolo nello sterminio degli ebrei dell’area”.
Rispetto alle motivazioni che hanno portato Netanyahu a fare questa dichiarazione, Pezzetti afferma “non so quali siano e non posso esprimermi. Credo comunque che un politico non dovrebbe fare lo storico”.
Daniel Reichel @dreichelmoked
(22 ottobre 2015)