Israele – Il terrore non si ferma
Non si tratta di organizzazioni terroristiche ma di singoli che si armano e agiscono, per questo è difficile intercettarli. A ribadire quanto sia complesso fermare la “rivolta dei coltelli” palestinese è stato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. E il bilancio delle vittime del terrorismo palestinese da ottobre a oggi conta ventitré vittime, con attacchi sparsi in tutto il Paese e nella West Bank. Qui, nelle ultime ore un attentatore palestinese ha ucciso un ragazzo israeliano di 20 anni, colpendolo ripetutamente con un coltello e ferendo una ragazza. “Un giovane giaceva a terra incosciente, con ferite da taglio sulla parte superiore del suo corpo, sull’autostrada vicino alla stazione di benzina – racconta uno dei paramedici intervenuto sulla scena – Poco distante c’era una ragazza, sui vent’anni, anche lei ferita. Abbiamo subito prestato le cure a entrambi”. Ma il giovane versava in condizioni troppo gravi ed è morto poco dopo l’attacco.
A Gerusalemme, nel corso della mattina, due giovani ragazze palestinesi, di 14 e 16 anni, hanno deciso di trasformarsi in terroriste e, armate di forbici, si sono lanciate contro le persone nel centrale mercato Mahane Yehuda. Prima di essere fermate e uccise dalla polizia, hanno ferito con un signore di 72 anni, un palestinese di Betlemme, ricoverato in ospedale con ferite superficiali. Chi invece non è riuscita a sopravvivere alle ferite inferte dal suo attentatore, è la ventenne Hadar Burchis, al cui sorriso quasi tutti i quotidiani israeliani hanno dedicato la prima pagina. L’attacco si è verificato nella zona vicina all’insediamento di Gush Etzion, un’area dove nelle scorse settimane vi sono stati diversi attentati. I residenti israeliani protestano e l’esercito ha disposto di controllare tutte le vetture che, in Cisgiordania, viaggiano sulle strade “condivise” da israeliani e palestinesi.
(23 novembre 2015)