Il presidente Rivlin: “Obama? È un amico
impegnato a difendere Israele”

rivlin obama washingtonVigorose strette di mano e tanti sorrisi. Il primo incontro ufficiale tra il Presidente di Israele Reuven Rivlin e il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è svolto in un clima di grande sintonia, raccontano i quotidiani israeliani. “Vogliamo ringraziarvi dal profondo del cuore, come popolo d’Israele, per quello che avete fatto negli scorsi sei anni, per l’aiuto finanziario, diplomatico e militare che ci avete dato”, ha dichiarato Rivlin, rivolgendosi all’amministrazione Obama. I due presidenti, che hanno celebrato insieme alla Casa Bianca la festa di Hanukkah, hanno trovato diversi punti di contatto, in particolare sulla necessità di riaprire un fronte del dialogo tra israeliani e palestinesi, al momento in totale stallo. Su questo fronte, ha spiegato Rivlin dopo l’incontro di un’ora e mezza nella Stanza Ovale (a cui hanno partecipato il vicepresidente Usa Joe Biden e il Consigliere per la sicurezza nazionale Susan Rice), Obama è apparso poco ottimista, esprimendo la sua preoccupazione per il futuro del presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas, considerato l’unico interlocutore per un possibile negoziato di pace. E proprio ad Abbas, il presidente Usa ha inviato nuovamente un appello a impegnarsi per calmare le violenze esplose negli ultimi mesi in Israele e nei territori. “Sono stato molto chiaro nel condannare le violenze che si sono ripresentate all’interno d’Israele, nell’affermare la necessità che leader come il presidente Abbas condannino inequivocabilmente la violenza che ha preso piede, la necessità di far finire l’incitamento, ma anche la necessità per israeliani e palestinesi di dialogare e arrivare alla pace”. Una strada quest’ultima, che per Obama non si vede all’orizzonte. “Gli americani possono aiutare ma vedono poche possibilità nel rinnovare il dialogo – ha spiegato Rivlin – Il presidente è d’accordo con me che è necessario costruire la fiducia. Verificheranno se ciascuna parte sia disposta a fare gesti che possano portare a un avvicinamento tra le due nazioni e da cui risulti una riapertura dei negoziati”.

Daniel Reichel

(10 dicembre 2015)