Le condanne di Netanyahu e degli ebrei americani
Israele, Trump cancella la visita

trumpDonald Trump ha annullato la sua visita, prevista per questo mese, in Israele. Il candidato alla Casa Bianca, al momento in testa ai sondaggi per le primarie del partito Repubblicano, ha comunicato la decisione a distanza di poche ore dalle critiche ricevute dal Premier israeliano Benjamin Netanyahu per aver chiesto di vietare ai musulmani di entrare negli Stati Uniti. “Ho deciso di rimandare il mio viaggio in Israele e di pianificare il mio incontro con Netanyahu in un secondo momento, quando sarò diventato Presidente degli Stati Uniti”, l’annuncio di Trump sui social network, senza però spiegare il motivo della cancellazione. Il suo appello a chiudere le frontiere ai musulmani è stato in ogni caso rigettato da Netanyahu che ha sottolineato come “lo Stato d’Israele rispetta tutte le religioni e garantisce in modo rigoroso i diritti di tutti i suoi cittadini”. “Allo stesso tempo – ha aggiunto il Premier – Israele sta combattendo contro l’Islam militante che colpisce musulmani, cristiani ed ebrei e minaccia il mondo intero”.
Tra le tante voci che si sono levato contro Trump, nelle scorse ore è arrivata anche la condanna di due istituzioni che rappresentano il mondo modern orthodox americano, la Orthodox Union e il Rabbinical Council of America. In un comunicato congiunto, in cui non è citato il nome del candidato repubblicano, i due enti hanno dichiarato di “rifiutare gli appelli per limitare sull base della religione l’immigrazione verso gli Stati Uniti”. “Chiediamo a tutti gli americani di riaffermare che la discriminazione di qualsiasi gruppo esclusivamente sulla base della religione è sbagliata – ha affermato il vicepresidente esecutivo della Orthodox Union Allen Fagin – ed è contraria alla grande tradizione di libertà religiose e personali su cui si fonda questo Paese”. Seppur le minacce terroristiche siano reali e debbano essere affrontate, le azioni di contrasto devono essere misurate e responsabili, il concetto espresso dal presidente del Rabbinical Council of America rav Shalom Baum. Sulla stessa lunghezza d’onda, il commento di Natan Sharansky, presidente dell’Agenzia ebraica: “non dobbiamo permettere a noi stessi di trasformare i nostri legittimi timori rispetto alle minacce e le sfide del terrorismo in odio dell’altro, rifiutando interi gruppi nazionali o religiosi”.
Nonostante il coro di critiche, Trump ha confermato il suo appello (fatto in connessione con la strage di San Bernardino, compiuta da una coppia legata ai radicalismo islamico) in un’intervista all’americana Abc, sostenendo di avere “grande rispetto e amore” e “importanti rapporti” con il mondo islamico. Secondo il miliardario, inoltre, i musulmani sarebbero d’accordo con quanto ha detto e il divieto sarebbe solo temporaneo, almeno fino a quando i leader “capiranno cosa sta succedendo”. Poche ore fa intanto il New York Times ha pubblicato un sondaggio – stilato prima dell’ultima controversa dichiarazione del candidato repubblicano – da cui emerge che Trump ha il sostegno del 35 per cento degli elettori americani. Di contro, dallo stesso sondaggio, promosso dal Times assieme alla Cbs, emerge che due terzi degli elettori americani si dichiara preoccupato o spaventato dalla possibilità che Trump diventi presidente.

d.r.

(10 dicembre 2015)