Shimon Ruimi (1985-2016)

shimon-ruimi “Un uomo di pace e amore. Amore per la gente. Era giovane e ambizioso”. Era un concentrato di positività Shimon Ruimi, una delle due vittime dell’attentato di venerdì scorso. A descriverlo così è il cugino, Shimon anche lui. “Non so da dove cominciare” scrive su Facebook, mentre poco sotto una foto di qualche giorno prima ritrae i due ragazzi sugli spalti di una partita di calcio vestiti di rosso e bianco, i colori della squadra di Beer Sheva.
Shimon, detto Shimi, aveva trent’anni, veniva da Ofakim, non lontano da Beer Sheva, era impiegato civile delle Forze di difesa israeliane.
Ruimi si trovava a Tel Aviv per il weekend per festeggiare i 31 anni del suo amico Ariel Nusbacher insieme ad altri amici d’infanzia. Era arrivato prima al pub con un altro amico, Israel Avitan, ferito ma sopravvissuto così come il festeggiato. Ariel “aveva invitato un sacco di gente”, ha spiegato Israel ancora ricoverato all’ospedale Tel HaShomer, e i tre ragazzi erano semplicemente usciti un attimo dal bar insieme per fumare una sigaretta. “Abbiamo visto l’attentatore qualche minuto prima della sparatoria”, ha aggiunto Nusbacher intervistato da Channel 10. “Ci è sembrato strano e abbiamo riso di lui. Ma – ammette – non pensavamo che fosse un terrorista”. Da quel momento tutto è successo molto velocemente, e una volta visto Shimi a terra, Israel ricorda di essere “andato a carponi dentro il locale e aver aspettato lì l’arrivo delle forze dell’ordine”.
Avitan manifesta incredulità. “È surreale, siamo sopravvissuti al Libano, siamo sopravvissuti a Gaza, e a Tel Aviv capita a noi. Abbiamo passato talmente tante cose e poi all’improvviso in un bar, un venerdì pomeriggio…”. Del resto è così che si sentono tutti quelli che hanno conosciuto Shimon. Il sindaco di Ofakim Itzik Danino ha detto che tutta la cittadina è “sotto shock” per quanto successo a Ruimi. “I nostri cuori sono con la sua famiglia e li sosterremo per tutta la strada”, ha dichiarato il primo cittadino.
La morte così improvvisa di un ragazzo giovane e pieno di energia “è una ferita impossibile da descrivere, è troppo forte”, ha detto addolorata la zia di Shimon Liat Tangi. Oggi di quello spirito positivo rimangono una foto spensierata di Shimi, mentre guarda appoggiato al tronco di un albero un mondo luminoso attraverso le lenti a specchio dei suoi occhiali da sole, e l’affetto che sapeva trasmettere alla sua famiglia. “Era un ragazzo pieno di benedizioni e di amore”, le poche ma toccanti parole di sua madre Iris. “Aveva sempre parole affettuose”.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(3 gennaio 2016)