Wolf Prize – Israele premia l’eccellenza

SSCC Narra la leggenda che i vincitori del Wolf Prize, il riconoscimento assegnato in Israele ogni anno dal 1978 dalla Fondazione Wolf a scienziati e artisti in sette diversi ambiti che si siano distinti “per il bene dell’umanità e dei rapporti fra i popoli”, dicano qualcosa su chi saranno anche i vincitori del Nobel qualche mese dopo.
Non che si sappia davvero, però si è notato che i vincitori sono coincisi in più occasioni nel corso della storia. I curiosi presteranno dunque molta attenzione alla lista dei vincitori del premio Wolf per il 2016, annunciata ieri alla Knesset dal ministro dell’Istruzione Naftali Bennet e dal premio Nobel Dan Shechtman (nella foto). Sarà poi il presidente israeliano Reuven Rivlin a consegnare i premi – una somma in denaro – nel corso di una cerimonia ufficiale che si svolgerà a giugno, sempre al Parlamento.
È la Fisica l’unico campo il cui vincitore sia israeliano. Si chiama Yoseph Imry ed è un ricercatore del Weizmann Institute, considerato il padre fondatore della fisica mesoscopica, una branca della disciplina che studia oggetti più piccoli di quelli macroscopici – ancora visibili a occhio nudo – ma più grandi degli atomi. E tra l’altro è proprio la Fisica l’ambito in cui storicamente i dati rivelano una concordanza maggiore tra la giuria del premio Wolf e quella del Nobel: 14 dei 26 vincitori del primo tra il 1978 e il 2010 hanno infatti poi vinto anche il secondo, cinque dei quali l’anno seguente.
Per il resto i vincitori provengono tutti dal Nord America. Per quanto riguarda l’Agricoltura ha vinto Trudy Mackay, biologa della North Carolina State University, pioniera nella ricerca sulla genetica quantitativa, cioè quella che studia l’interazione tra geni ed effetti ambientali. Due sono invece i vincitori per la Chimica: Kyriacos Nicolaou, della Rice University di Houston, per i suoi studi sulle molecole complesse che si trovano in natura – che ripresi da molti altri studiosi hanno secondo i giudici “aperto la strada dell’arte della sintesi” – e Stuart Schreiber della Harvard University, per il suo lavoro nel campo della biologia chimica e l’uso di molecole nelle indagini mediche. Anche C. Ronald Kahn, vincitore del premio per la Medicina, è un ricercatore di Harvard, e le sue scoperte riguardano la cura del diabete. A condividere il premio anche Lewis Cantley del Weill Cornell Medical College di New York, i cui studi si collocano nell’ambito della ricerca sul cancro. È infine canadese l’architetto Phyllis Lambert, che ha vinto il Wolf Prize per l’Arte per il suo contribuito all’urbanistica di Montreal. Protagonista degli ultimi sei decenni, Lambert “ha saputo incarnare i nella sua vita i ruolo designer, artista, scrittrice, fotografa, curatrice, direttrice di musei, filantropa e anche maestra di rigore professionale ed eleganza estetica, coinvolta anche in questioni di critica politica”.
Oltre a Schectman stesso, che ha vinto prima il Wolf per la Chimica e poi il Nobel a un anno di distanza, sono molti altri i premi Nobel anticipati dalla giuria della Fondazione. Tra loro anche Ada Yonath, prima vincitrice donna del Nobel per la Chimica nel 2009.

f.m. twitter @fmatalonmoked

(14 gennaio 2016)