Shlomit Krigman (1992-2016)
Avrebbe festeggiato il suo ventiquattresimo compleanno la settimana prossima Shlomit Krigman, ma la sua giovane vita è stata spezzata dal terrorismo. È lei l’ultima vittima della spirale di violenza palestinese, morta questa mattina per le ferite da coltello riportate in un attacco terroristico perpetrato ieri sera a Beit Horon, un insediamento nella West Bank. Gli attentatori palestinesi, poi uccisi dalla polizia, hanno pugnalato lei e un’altra donna di cinquantotto anni, ancora ricoverata in ospedale con ferite meno gravi.
Shlomit era cresciuta nel moshav di Shadmot Mahola, ma da un anno viveva con i suoi nonni a Beit Horon. Qui lavorava come coordinatrice del movimento giovanile del Bnei Akiva nel corso del suo servizio militare, e si era fatta “amare e conoscere da tutti”, come si legge in un messaggio diffuso dai suoi concittadini. “Era una persona premurosa e creativa, che si preoccupava dei suoi amici e voleva sempre fare di tutto per essere migliore. Aveva un cuore buono ed era empatica con chiunque incontrasse”, la ricorda l’amica Einat Dermer. “Non riesco ancora a digerire la notizia”, ha raccontato la giovane. “Quando mi hanno chiamata – ha continuato tra le lacrime – ero sicura che fosse per dirmi che si era fidanzata”. A Beit Horon sono in molti a rimpiangere la sua scomparsa e a stringersi attorno alla famiglia Krigman.
Dalla comunità di Shadmot Mahola arriva invece l’appello al governo israeliano a fermare la minaccia del terrorismo. In proposito, già nelle ore successive all’attentato, il presidente israeliano Reuven Rivlin aveva diffuso un messaggio di incoraggiamento: “Questi sono tempi difficili, carichi di sfide, ma li supereremo. Continueremo a lottare contro il terrorismo e l’incitamento all’odio che lo guida. Di fronte al terrore – ha concluso – scegliamo la vita”.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(26 gennaio 2016)