Open a door to Israel

opendoor-768x432“Dietro a quello che è visibile si cela qualcosa di più grande. Ogni cosa è una porta o una finestra che si apre su qualcosa di altro”.
È una citazione di Antoine de Saint-Exupéry a condurre il visitatore attraverso “Open a door to Israel- Discover/Experience/Connect”, la mostra – patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri di Israele e dall’Ambasciata di Israele in Italia – inaugurata la scorsa settimana nell’Ala Brasini del Complesso del Vittoriano e che resterà a Roma fino al prossimo 11 febbraio.
“Open a door to Israel” permette di conoscere la complessa e affascinante realtà del Paese attraverso nove porte colorate. Aprendo ciascuna di esse, una installazione multimediale e interattiva prenderà vita mostrando rispettivamente nove valori caratteristici: famiglia, eredità culturale, fare in modo che accada, avventura, impegno, esprimersi, apprendimento, relazionarsi e speranza.
Accedendo alla porta della famiglia si avrà la possibilità di partecipare virtualmente a una cena dello Shabbat ma anche di “bere” un tè offerto dalla vivace minoranza drusa. La porta verde dedicata all’apprendimento invece farà sedere sui banchi di scuola, dando una prova concreta di cosa significhi ricevere un’istruzione israeliana.
“Siamo tutti convinti – spiegano dal Ministero degli Affari Esteri – che la conoscenza, non solo la capacità di leggere e scrivere, ma anche di mettere in discussione, valutare e utilizzare le informazioni, sia un diritto democratico di ciascun individuo”. Una sfida, quella di Israele, che vuole garantire la crescita continua nell’ambito educativo e che viene esplicata attraverso l’esempio virtuoso della scuola Bialik-Rogozin di Tel Aviv. L’istituto infatti accoglie e integra bambini di tutte le religioni, provenienti da 48 paesi diversi, seguendo il motto “Nell’educazione non ci sono stranieri”. Alla Bialik Rogozin è inoltre ispiratoil documentario “Stranger no more” vincitore nel 2010 del premio Oscar.
“Open a door to Israel” non manca infine di inserire aspetti ludici: dalle gare di matkot, i racchettoni indispensabili per le giornate di mare, ai dj set che faranno scatenare in danze forsennate, fino a uno sguardo sulle ultime scoperte scientifiche.
Entusiasta la reazione del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca italiana Stefania Giannini, presente all’inaugurazione: “Sono onorata di essere presente a questa mostra dal titolo così affascinante e dal messaggio efficace – ha detto il ministro – Aprire queste porte è il modo migliore per far conoscere Israele a tutto tondo”. “Ci sono tre parole che secondo me devono essere messe in rilievo – ha proseguito – la creatività, il Mediterraneo e i giovani. Oltre a valorizzare la capacità di essere creativi è infatti necessario riconoscere la radice comune euro-mediterranea per favorire il dialogo a discapito del conflitto. Bisogna infine investire sul futuro e sui giovani e cooperare per fare in modo che i ragazzi italiani entrino sempre più in contatto con quelli israeliani. Un rapporto reso possibile da progetti come il progetto Go for it che permette ad 80 giovani italiani di andare a studiare in tutto il mondo, compreso Israele. Siamo convinti che se ci saranno questi tre elementi: creatività, Mediterraneo e giovani, allora avremo davanti a noi un gran lavoro da fare insieme”.

Rachel Silvera

(29 gennaio 2016)