Israele – Bibi: “Abbas, un silenzio colpevole”
“Il terrorista palestinese che ha sparato a tre soldati delle Forse di difesa israeliane vicino a Beit El faceva parte delle forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese. Mahmoud Abbas non ha condannato questo attacco perpetrato da uno dei suoi uomini. Perché tace?”. A chiederselo è il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, intervenuto con fermezza per condannare l’attacco a un check point nei pressi di Ramallah avvenuto nella giornata di ieri.
Non l’unico episodio terroristico di questa domenica. Più avanti nel corso della giornata, un uomo alla guida di un veicolo con targa palestinese si è infatti avvicinato al checkpoint di Beit Ur A-Tahta, cercando di assalire alcuni soldati di Tzahal che conducevano alcune missioni di sicurezza nella zona, senza però colpirne nessuno e rimanendo ferito.
Netanyahu ha dichiarato che “dietro l’incitamento che alimenta gli attacchi terroristici vi è la stessa Autorità Palestinese”. Di qui l’appello rivolto alla comunità internazionale affinché essa “fermi la sua ipocrisia e faccia tutto quanto in suo potere per fare pressioni sull’An al fine di fermare il suo incitamento all’odio contro Israele”. Domenica sera Abbas ha ricevuto anche una telefonata da parte del segretario di Stato americano John Kerry, durante la quale i due avrebbero discusso delle tensioni in Cisgiordania, secondo quanto riportato dal portavoce di Abbas, Nabil Abu Rudaineh.
L’ufficiale delle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese colpevole dell’attentato è stato identificato nel ventinovenne Amjad Sukkari, padre di quattro figli e proveniente dal villaggio di Jamain, vicino a Nablus. Lavorava come guardia del corpo per il procuratore generale dell’Anp a Ramallah, Ahmed Hanoun. Tzahal ha fatto sapere di ritenere possibile che Sukkari abbia sfruttato le sue conoscenze del checkpoint, usato prevalentemente da funzionari palestinesi dotati di un lasciapassare speciale che permette loro di entrare e uscire da Ramallah più agevolmente, per pianificare l’attentato.
Alcune ore prima, l’uomo aveva scritto sul suo profilo Facebook: “Ogni giorno veniamo a sapere di una morte”, riferendosi ai palestinesi deceduti nell’atto di compiere attacchi terroristici contro israeliani. “Chiedo perdono – aveva continuato – potrei essere il prossimo”. E poi, già sulla strada, aveva pubblicato un selfie con la didascalia “Se Dio vuole, la tua mattina sarà una mattina vittoriosa”.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(1 febbraio 2016)