Israele – Ergastolo a un minorenne
per l’omicidio di Abu Khdeir

Una condanna a vita e una a 21 anni di reclusione. È quanto ha deciso la Corte distrettuale di Gerusalemme per i due minorenni ebrei dichiarati colpevoli dell’assassinio di un ragazzo palestinese, bruciato vivo nella foresta di Gerusalemme nel luglio 2014. Il verdetto del processo per il rapimento e l’assassinio di Mohammad Abu Khdeir, 16 anni, è stato annunciato nelle scorse ore.
Il primo dei due giovani (i loro nomi non sono stati resi pubblici in quanto minorenni) ha ricevuto l’ergastolo in quanto ritenuto responsabile di aver agito attivamente nell’omicidio. Il secondo invece, affermano i giudici, non ha partecipato all’uccisione del sedicenne Abu Khdeir ma alle fasi che l’hanno preceduta. “Si tratta del più giovane del gruppo, con un potenziale per la riabilitazione – si legge nella sentenza – Le sue azioni sono state violente, avendo lui catturato il defunto, impeditogli di resistere, e avendo assistito allo strangolamento. Tuttavia, egli non ha preso parte fisicamente all’ultima fase che ha portato al pestaggio e al versamento di combustibile o di benzina sul corpo della vittima”. La legge israeliana fa dunque il suo corso è assicura i responsabili alla giustizia.
La Corte si era pronunciata anche sul terzo imputato, Yosef Haim Ben David, 31 anni, proveniente dalla città di Adam nella West Bank, riconoscendolo colpevole per i crimini di cui è accusato, ma non si è ancora espressa sulla condanna a causa della richiesta della difesa di una perizia psichiatrica.
La corte ha comunque riconosciuto Ben David colpevole di omicidio, sequestro finalizzato all’omicidio, tentato rapimento, aggressione aggravata e incendio doloso.