“Una nuova era per la scienza”
Di onde gravitazionali si occupa da una vita. E cioè dalla tesi di laurea, discussa a Roma. E poi ancora a Stanford, dove ha perfezionato gli studi. Quasi quaranta anni di attività che lo portano ad essere tra le anime di Lisa, progetto di ampio respiro finalizzato al lancio nello spazio di un gruppo di satelliti-osservatorio. Professore associato di fisica generale ed ex consigliere della Comunità ebraica romana, Massimo Bassan (nell’immagine) non nasconde l’emozione per la scoperta annunciata negli scorsi giorni a Washington. E commenta: “La storia dell’astronomia inizia con Galileo che puntava il telescopio sulle stelle. Oggi si apre una nuova era, quella dell’astronomia gravitazionale”.
Tra gli addetti ai lavori l’annuncio era nell’aria da alcuni mesi. E anche se l’ha vissuta “da esterno”, Bassan ha condiviso la soddisfazione dell’intera comunità scientifica internazionale confrontandosi con alcuni protagonisti del grande lavoro di squadra che ha messo insieme scienziati e ricercatori dalle provenienze più disparate.
“Da ormai cinquanta anni la teoria di Einstein è universalmente accettata, mancava solo un riscontro di questo tipo. Il fatto è che da quando il mondo teorico si è convinto della sua concretezza, la tecnologia ha fatto passi da gigante sviluppandosi sia come hardware che come software. Fenomeni inizialmente non rivelabili dalla strumentazione in uso sono diventati accessibili. Quello che un tempo appariva impossibile, è stato raggiunto attraverso il progresso. E così – afferma Bassan – la chimera inseguita da migliaia di fisici è diventata realtà”.
Hanno fatto il giro del mondo le immagini dei documenti originali custoditi dall’Università Ebraica di Gerusalemme, depositaria e divulgatrice di un immenso archivio dedicato allo scienziato tedesco. Oltre a ciò non lascia indifferenti, osserva Bassan, il fatto che tra coloro cui si deve questa scoperta vi sia il berlinese Rainer Weiss, cofondatore del progetto Ligo, che giovanissimo fuggì da Berlino insieme alla famiglia per via delle persecuzioni antiebraiche.
A Pagine Ebraiche l’addetto scientifico dell’ambasciata italiana a Tel Aviv, Stefano Boccaletti, ha rilevato con soddisfazione l’incontro tra tanti “orgogli”: l’orgoglio ebraico e di Israele per la figura di Einstein; l’orgoglio degli Stati Uniti, perché è a Washington e in Louisiana che è stata captata l’onda; l’orgoglio dell’Italia, perché è a Pisa che la scintilla è stata accesa. Bassan concorda: “Questa scoperta segna un nuovo punto di partenza. Per l’intera comunità scientifica, senza confini”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(14 febbraio 2016)