Tuvia Weissman (1994-2016)
Rispondere con la vita. A poche ore dall’attacco perpetrato giovedì sera da due quattordicenni palestinesi, che hanno ucciso a coltellate Tuvia Yanai Weissman, 21 anni, e ferito gravemente un altro civile israeliano di 36 anni dentro un supermercato di Shaar Binyamin, in Cisgiordania, in rete è iniziato a circolare un video.
Nelle immagini, che scorrono con il sottofondo di una canzone d’amore, si vede Tuvia, elegante nel suo vestito buono, il giorno delle nozze. Sorride scavandosi due fossette sulle guance, è nervoso, euforico, gli cade una lacrima solitaria. Poi viene inquadrata la sua giovane sposa, Yael, che con fare sicuro – stretta tra la madre e il padre – si dirige verso la tevà, pronta per un nuovo inizio. Una decina di minuti idilliaci stridenti con le foto pubblicate dopo l’attentato: una pozza di sangue tra gli scaffali dei detersivi e il banco frigo.
Marito e padre di una bambina, Tuvia Weissman era un soldato della Brigata Nahal con il grado di sergente, ma al momento dell’attacco non era in servizio e indossava abiti civili. Aveva studiato a Gerusalemme e frequentato l’accademia preparatoria per la leva militare a Kfar Eldad. Residente a Ma’ale Michmash, stava facendo la spesa in vista dello Shabbat al supermercato Rami Levy, la catena di negozi nota per essere frequentata sia da israeliani che da palestinesi e per avere tra i suoi impiegati arabi ed ebrei.
Dopo aver girato a vuoto per una mezz’ora, i due terroristi adolescenti di Betunia si sono avventati contro i clienti, impugnando un coltello che avevano portato da casa e hanno ucciso il giovane padre.
“Tuvia era un leader naturale con un sorriso gigantesco e contagioso”, lo ha ricordato il rabbino Shmuel Natanzon, preside dell’accademia di Kfar Eldad, durante il funerale celebrato nelle scorse ore al cimitero militare del Monte Herzl. “Quanta luce ci hai dato!”, ha proseguito il rabbino di fronte a oltre mille persone presenti per dare l’ultimo saluto al ragazzo.
A prendere la parola anche il padre di Weissman: “Amavi tantissimo la tua bambina Neta. L’hai portata a vedere i fiori nel Negev il giorno prima di essere uccisi. Questo amore non lo sconfiggeranno né l’odio né alcun nemico”.
Ha espresso la propria vicinanza, anche il presidente dello Stato d’Israele Reuven Rivilin: “Un uomo – ha dichiarato – ritorna dopo un giorno di lavoro, si ferma a comprare la spesa per Shabbat e viene spazzato via per sempre da degli assassini malvagi”. “Continueremo ad essere forti – ha infine ammonito Rivlin – e a rispondere con fermezza per riportare la calma e la normalità dei nostri cittadini. Sconfiggeremo il terrorismo”.
Rachel Silvera twitter @rsilvermoked
(19 febbraio 2016)