Diploma triennale in studi ebraici
“Dal fascismo alla libertà”
L’esempio della scuola Polacco
La scuola Vittorio Polacco rappresenta un patrimonio imprescindibile dell’identità ebraico-romana. Un luogo di incontro e di crescita, una palestra di vita. Anche davanti alle prove più dure.
Da questa consapevolezza nasce l’impegno della sua preside, Milena Pavoncello, laureatasi ieri con il massimo dei voti con una tesi sugli aspetti socio-culturali ed educativi dell’istituto (“Dal fascismo alla libertà ritrovata”) discussa davanti alla commissione del diploma universitario triennale in studi ebraici promosso da UCEI e Collegio Rabbinico Italiano.
Numeroso il pubblico presente alla discussione. E grande l’apprezzamento della commissione, composta tra gli altri dai rabbini Riccardo Di Segni e Alfonso Arbib, dal segretario generale dell’Unione Gloria Arbib e della coordinatrice del diploma Myriam Silvera. In sala anche il rav Benedetto Carucci Viterbi, preside delle scuole ebraiche di Roma; il rav Roberto Colombo, direttore per l’ebraismo delle scuole; la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello; alcuni dirigenti della scuola.
“L’idea di effettuare una ricerca negli archivi della scuola – racconta l’autrice – è maturata ancora prima dell’iscrizione al diploma universitario triennale in studi ebraici: è nata qualche anno fa quando, per concedere gli attestati di frequenza alle vittime delle leggi razziste che ne avevano bisogno per ottenere il vitalizio di benemerenza, durante la ricerca sui loro nominativi ci si è potuti rendere conto della ricchezza del materiale in possesso della scuola e delle potenzialità sul piano della ricerca storica”.
Tre i capitoli in cui è suddivisa la tesi (che ha come relatrice la professoressa Micol Ferrara): nel primo si approfondisce il contesto storico della fondazione e la prima evoluzione della scuola; si passa quindi a uno sguardo alle origini; si conclude con le fonti orali.
La speranza espressa dalla dirigente è che possa costituire l’avvio di una fase di ulteriore ricerca. Due in particolare le direzioni indicate: lo studio dell’evoluzione socio-economica dei primi alunni e dei loro discendenti; l’apporto culturale degli alunni provenienti dalla Libia negli anni Sessanta e la capacità di adattamento della scuola alle mutate esigenze economiche e sociali della Comunità.
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(15 marzo 2016)