media – Il successo di mamazone

mamazoneMille post al giorno. Si chiede consiglio su come far addormentare il bimbo che non vuole dormire, come comportarsi se è molto aggressivo con altri bambini oppure se ha difficoltà a fare amicizia, fino a un parere sul nome da dargli. Sono 93mila le donne che nel corso di questi anni si sono iscritte e frequentano assiduamente Mamazone, il gruppo facebook creato da Maya Shpilman e Or Alterman-Barnea (nell’immagine) per neomamme in cerca di aiuto e consiglio da parte di chi ha più esperienza o comunque si è confrontata con le stesse questioni. Il successo straordinario del gruppo ha attirato l’attenzione dei media israeliani, incuriositi da quello che è un fenomeno sociale nell’era del web 2.0. “Prima ci scambiavamo consigli tra vicini. Io non avevo nemmeno il telefono per chiamare mia madre – racconta una donna di una certa nel corso di un servizio di Arutz 10 dedicato a Mamazone – C’erano delle cose che mi terrorizzavano e comunque sono riuscita a crescere i miei figli”. Quelle paure, ma non solo, su Mamazone, spiega Alterman-Barnea, prendono forma e diventano domande da porre alle altre mamme per riceve rassicurazioni, spiegazioni, suggerimenti.
Ma Mamazone è anche uno strumento per le far sentire la voce femminile al di fuori dello spazio di internet. Un episodio in particolare ne è la dimostrazione. Nel settembre 2012 nella cittadina di Hod Hasharon a una donna era stato chiesto da un impiegato di un ristorante di allontanarsi dal locale perché stava allattando in pubblico il suo bambino. Grazie anche alla pressione delle migliaia di madri presenti su Mamazone, su cui si era diffusa la notizia, il lavoratore era poi stato ripreso dalla direzione e il ristorante si era pubblicamente scusato con la donna. Con tutti i difetti dei social network – tra cui il vizio di molti di pubblicare le foto dei figli seppur la polizia postale italiana, ad esempio, lo sconsigli – in Israele le madri hanno trovato un luogo dove confrontarsi e trovare il supporto di altre madri. Una volta si faceva al telefono o andando dai vicini. Oggi la comunicazione tra mamme avviene attraverso un muro virtuale.

Daniel Reichel

(25 marzo 2016)