Strage di Orlando – “Il terrorismo non ha confini ma anche la lotta per la libertà”
“Parigi, Londra, Bruxelles, Tel Aviv, Gerusalemme, Bali, Mumbai, New York, San Bernardino, ora Orlando – tante città sono state colpite dallo stesso male. Il terrore non ha confini ed è per questo che la nostra collaborazione – nella lotta contro il terrorismo – non deve avere confini. Un giorno (lo Stato Islamico) uccide i gay, il giorno dopo gli yazidi, poi gli ebrei, i musulmani, i cristiani. Non ha limiti.”. Così il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è intervenuto nelle scorse ore, condannando la strage di Orlando, dove 49 persone sono state uccise da un terrorista legato all’Isis e mosso dall’odio omofobo. “Quelle persone non stavano facendo nulla di male – la dichiarazione di Netanyahu firmata congiuntamente con l’ambasciatore di Danimarca Jesper Vahr, incontrato oggi a Gerusalemme – Stavano ballando con gli amici e ascoltavano la musica con i propri cari. Il terrorista li ha uccisi perché guidato dall’intolleranza verso la comunità LGBT e dall’odio per la libertà e la diversità”. Netanyahu ha poi sottolineato la propria solidarietà nei confronti delle vittime e degli Stati Uniti. Un messaggio simile a quello del Presidente d’Israele Reuven Rivlin che ha inviato una lettera di cordoglio al presidente Usa Barack Obama: “Ancora una volta sentiamo il dolore terribile della perdite costretti a vedere scorrere il sangue di persone giovani e innocenti. Non vi è alcun conforto per chi si è visto strappar via i propri cari – ha scritto Rivlin – Questo attacco contro la comunità LGBT a Orlando è vile quanto aberrante. Il popolo israeliano è al fianco dei nostri fratelli e delle nostre sorelle americani nella lotta contro ogni forma di violenza e di odio. A nome di tutta Israele , invio le mie condoglianze alle famiglie delle vittime, e le preghiere per una pronta guarigione dei feriti”.
“Nessuna minoranza dovrebbe vivere in uno stato di paura semplicemente a causa di quello che è; dobbiamo lavorare insieme per sradicare l’odio in tutte le sue forme. Le mie preghiere sono per le famiglie e gli amici di coloro che sono stati uccisi. Possano le loro memorie essere di benedizione”, il messaggio inviato dal presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder. Per il presidente della Anti Defamation League Jonathan Greenblatt si tratta di “un altro monito della seria minaccia costituita dall’Isis, autore di attacchi contro gli ebrei in Belgio, i giornalisti in Francia, i civili a San Bernardino e ora la comunità di uomini e donne LGBT in America”, ma anche Israele, con l’attacco della settimana scorsa che ha ucciso quattro persone a Tel Aviv. Tutto questo “ci ricorda – le parole di Greenblatt – che il terrorismo è un pericolo per tutti”.
A esprimere cordoglio “per la perdita di vite innocenti, prese di mira da un assassino esclusivamente per una preferenza sessuale”, anche il presidente dell’American Jewish Committee David Harris, il quale ha espresso fiducia nelle autorità perché sradichino il razzismo ispirato al radicalismo religioso. Un appello condiviso dal direttore del Jewish Council for Public Affairs David Bernstein, ed esteso anche a tutti i cittadini degli Stati Uniti, perché “stiano uniti fianco a fianco contro i crimini d’odio, il terrorismo e l’intolleranza”.
Daniel Reichel