Mondiali 2018, verso Israele – Italia
Le emozioni di Tal Banin:
“A Brescia gli anni più belli”

Schermata 2016-09-02 alle 14.34.59Ormai, da qualche mese a questa parte, c’è solo una pagina abilitata a decretare se appartieni al club. Se ci sei, sei leggenda. Se non ci sei, evidentemente no. Tal c’è. La pagina è naturalmente quella di “Serie A – Operazione Nostalgia”, il più bel prodotto di informazione sul calcio Anni Novanta mai realizzato sui social network.
Quasi quattrocentomila seguaci a sancire il successo di un’iniziativa che va oltre i grandi traguardi raggiunti dai club italiani in quell’epoca, per riscoprire l’emozione di una storia o di un gesto che hanno fatto innamorare i tifosi.
“Non ho mai dimenticato l’Italia, un paese che ho sempre nel cuore” spiega al portale dell’ebraismo italiano Tal Banin, guardiano del centrocampo del Brescia dal 1997 al 2000 e primo giocatore israeliano a militare in Serie A.
Accolto con un misto di scetticismo e curiosità, il suo acquisto avvenne otto anni dopo la triste vicenda relativa all’attaccante Ronny Rosenthal, che l’Udinese scelse all’ultimo di non tesserare a causa, la tesi più accreditata, dell’influenza negativa che ebbero alcune manifestazioni di odio antisemita dei supporter friulani.
Schermata 2016-09-01 alle 16.44.06“Ho sempre avuto l’Italia nel destino. O almeno da quando, 11enne, vidi la finale di Spagna ’82 tra gli Azzurri e la Germania. La corsa di Tardelli dopo il suo goal mi fece letteralmente emozionare e da allora ho sempre tifato per voi in ogni manifestazione. Arrivare in Serie A – spiega Banin – fu il coronamento di un sogno”.
La prima stagione a Brescia, con le rondinelle nuovamente in A dopo due anni di serie cadetta, si concluse con una retrocessione tutto sommato evitabile. A centrocampo, spesso titolare accanto a un giovanissimo Pirlo, che già allora lasciava intravedere il suo immenso potenziale, c’era proprio il ruvido ma concreto Tal. Nel complesso, le statistiche parlano di ventisei presenze e un goal (segnato contro l’Empoli). Meno sotto i riflettori la seconda stagione, in Serie B, conclusasi con un settimo posto. Entusiasmante la terza, che riportò la squadra nella massima serie e costituì la premessa per l’apertura di un ciclo forse irripetibile per il Brescia: quattro campionati consecutivi in Serie A e una partecipazione alla Coppa Intertoto.
Tal Banin, tra i più presenti nel triennio precedente, non fece parte di quella storia gloriosa. Al termine della stagione fu infatti ceduto al Maccabi Tel Aviv salutando per sempre il calcio europeo. “Un rimpianto che mi porto sempre dietro, perché la Serie A allora era il massimo e il presidente Corioni credeva in me. Purtroppo – dice Tal – fu una decisione dettata da ragioni personali”.
Ancora forti i legami con alcuni protagonisti di quell’epoca. In particolare con il “bisonte” Hubner, Adani, Raducioiu e Filippo Galli. “Ci sentiamo spesso, ricordando i bei tempi. E anche la figura dell’indimenticabile Corioni, da poco scomparso. Un grande uomo cui devo molto”. Tanti sono i momenti da portare nel cuore: l’esordio a San Siro contro l’Inter, davanti a 80mila spettatori, resta insuperabile. Banin subentrò nel secondo tempo in quella che è passata alla storia come la partita che fece conoscere al mondo l’estro dell’allora sconosciuto Alvaro Recoba, autore di due prodezze da fuori area che ribaltarono sul finale l’incontro.
Una volta appesi gli scarpini al chiodo, l’ex bresciano ha scelto di restare nel mondo del calcio da protagonista. Ha allenato l’under 17 israeliana, è stato assistant manager di quella maggiore e si è cimentato in panchina con diversi club. Oggi allena l’Hapoel Haifa, una delle squadre della sua città. Ma sogna sempre Brescia. “Magari, sarebbe stupendo tornare”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(2 settembre 2016)