formazione al pitigliani – Investire nella casherut

ok-pitiglianiSi sono trovati questa settimana per iniziare, finalmente, dopo la selezione che ha permesso loro di partecipare alla scuola di cucina casher organizzata dal Centro Ebraico Italiano il Pitigliani, con Laura Ravaioli che sarà impegnata nel primo corso professionale per ragazzi, un corso formativo che prevede 100 ore tra teoria e pratica, per scoprire la casherut in cucina e proporsi al mondo del lavoro. 
Dietro al progetto LiberaMente, promosso dal Pitigliani di Roma, c’è il desiderio di fornire agli adolescenti qualche riferimento utile per il futuro. Come? Senza far pesare loro lo studio e l’onere dei compiti a casa (pure previsto nel calendario delle attività) o, piuttosto, suggerendo stimoli, sollecitando interessi, proponendo ai ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni laboratori e attività ludico-ricreative, momenti di dibattito, sport e dinamiche di gruppo. A Roma il Pitigliani lo conoscono tutti: è il Centro Ebraico di riferimento in città. Per questo, quando si è trattato di individuare materie che potessero attirare l’attenzione dei più giovani – con lo sguardo volto alla prevenzione della dispersione scolastica- la cucina casher ha giocato un ruolo decisivo. In questo contesto ha preso forma il progetto del Corso Professionale di Cucina Casher con Laura Ravioli che alla comunità ebraica romana appartiene e da sempre è impegnata nel recupero del patrimonio tradizionale di ricette della cucina ebraica romanesca. La chef è uno dei volti di punta del canale 412 di Sky e non è nuova all’insegnamento: ai ragazzi propone, come volontaria, 100 ore di lezione in un’aula attrezzata, con molteplici obiettivi.
Il corso si propone in primis di fornire ai ragazzi le principali regole alimentari della casherut sia dal punto di vista teorico che pratico e di insegnare loro come si lavora in brigata trasmettendo un bagaglio di conoscenze che spazia dall’assimilazione delle tecniche di base della cucina ai segreti di preparazione dei piatti tradizionali ebraici. Al termine del corso, chi vorrà, potrà sfruttare le competenze acquisite per entrare nel mondo del lavoro, proponendosi alle aziende di settore attraverso stage e tirocini. Inoltre i partecipanti potranno sperimentare il lavoro sul campo in eventi di beneficenza organizzati ad hoc. Laura Ravaioli dirigerà le lezioni in cucina, mentre per l’insegnamento della parte teorica si avvarrà di esperti in ambito alimentare ebraico, figure istituzionali e non. Tra loro  Gianni Spizzichino (mashghiach, che sovrintende alla produzione alimentare negli stabilimenti kasher), Alberto Ouazana (per la macellazione), Marco Sed Yotvata (per i formaggi), Giovanni Terracina (per il vino e il pesce), Elizabeth Cetorelli (per la pasticceria dolce e salata tripolina), Alessandra Di Castro (per dolci e pane) e Miriam Zarfati (per la pasta all’uovo). Al termine i ragazzi riceveranno un attestato di frequenza. E così anche i più giovani saranno chiamati a tramandare le usanze di una cucina antichissima che a Roma, nei secoli, ha sposato le tradizioni e gli ingredienti della città, dando vita a ricette celebri in tutto il mondo.
Il primo step di questo corso è stato la serata di selezione dei partecipanti: 18 ragazzi si sono impegnati nella preparazione di un piatto sul tema del “finger food”, sono stati poi giudicati da una giuria tecnica formata dai docenti del corso stesso, e da una giuria popolare estratta a sorte tra gli spettatori in sala. Al termine delle due manches sono stati selezionati i dieci ragazzi vincitori partecipanti al corso.

Federica Di Porto

(16 settembre 2016)